Moda al centro, pensando a Roland Barthes

Rimini

SAVIGNANO. «Savignano immagini prende forma» annuncia l’assessora Maura Pazzaglia, e sciorina il cartellone del 24° Si fest. Una rassegna dal cambio di prospettiva, con sguardo estetico, delicato, raffinato sin dal titolo [Habitus].

Dagli abiti all’abitudine, dai costumi al costume, in scena nel palcoscenico cittadino dall’11 al 13 settembre, con le rassegne complementari Si fest off e Si fest after. L’ingresso di imprenditori di peso nella moda e nel costume nella gestione della rassegna (presidente di Savignano Immagini è Gimmi Baldinini), la continuità di appassionati e addetti al lavoro del territorio nel Si fest, mantengono il modello storico del festival: sezione espositiva, incontri di approfondimento, letture portfolio, premi per valorizzare fotografi non ancora noti, attraverso una operazione di «democrazia culturale connessa fra luogo, occasione pubblica e operatori» sottolinea il portavoce Stefano Bellavista.

[Habitus]. Il titolo si rifà a una citazione del filosofo francese Pierre Bourdieu (1930-2002) relativa a un suo studio sul rapporto che lega persone a luogo di appartenenza. Qui è assunto come «gioco di ambiguità semantica, chiave di ingresso per avvicinarsi alla fotografia di costume, quella che Si fest 15 si propone di indagare, in una fusione fra prospettiva etica e oggetto materiale» dice Bellavista. In un omaggio al territorio ospitante che da rurale si è fatto conoscere al mondo. La moda verrà indagata con una conferenza che pone a confronto il “Sistema della moda” di Roland Barthes (omaggio al centenario della nascita) con il sistema moda savignanese.

Mostre. Sedici esposizioni di autori scelti per originalità di proposte inedite, non su commissione, tenendo presente il contemporaneo. Maestri affermati dialogano con fotografi in carriera.

La mostra principale in prima europea, è del trentenne americano Mike Brodie, autodidatta che lasciò casa maggiorenne per girare in 46 stati americani, per 50 mila chilometri, a contatto con le sottoculture del suo Paese. Due i lavori prodotti, il suo primo con Polaroid “Tones of dirt and bone”, visibile in video, e “A period of juvenile prosperity” esposto in mostra. Oggi, curiosità, Brodie ha lasciato la fotografia per fare il meccanico di motori diesel.

Mostra importante è anche quella di Larry Fink di New York, settantenne ospite con due esposizioni. La più recente è “The vanities”, commissionatagli da Vanity Fair, sulle feste hollywoodiane delle star nelle serate degli Oscar, lavoro per il quale ha realizzato centinaia di foto “rubate”, in anteprima italiana. Espone inoltre il suo primo lavoro “The beats”, relativo agli anni Settanta e alla Beat generation.

Gli altri. Per i maestri, omaggio all’ottocentesco Felice Beato con una mostra dell’Archivio Alinari dedicata al Giappone. Di Gabriele Basilico si fa conoscere il risultato di un viaggio dell’anima fatto agli albori della carriera, “Iran 1970”. Ospite la ligure Martina Bacigalupo con una mostra ugandese di foto senza volto (sua è l’immagine del festival); sono il risultato della produzione di foto tessera in uno studio fotografico di Gulu. E ancora Paolo Ventura con “Short stories”, Giulia Marchi, l’italo palestinese Mustafà Sabbagh, la francese Claudine Doury, Tommaso Tanini. Vincitore del Premio Pesaresi 2014, Tanini ha realizzato un libro della sua mostra sulla ex Ddr che ha vinto il titolo di “Miglior libro dell’anno” al Festival di Arles 2015. E ancora, Francesco Francaviglia, Monia Perissinotto, Thomas Van Den Driessche, Simone Donati, Enrico De Luigi “Cosplayers”, Jacopo Benassi.

Marco Pesaresi. L’arrivo dell’intero archivio Pesaresi a Savignano ha spinto a pubblicare il testo originale di “Underground” (l’edizione di Contrasto non era uscita integrale), storyboard dell’artista a margine del lavoro fotografico che lo impegnò fino al 1998. Verranno esposte immagini di Underground. Ma anche le sue ultime foto, scattate nella terra di Peppone e Don Camillo. La madre Isa Perazzini propone di vendere dieci foto di Marco a mille euro l’una e dare il ricavato per la ricerca contro la sclerosi multipla. «Penso al cuore di Marco – dice Isa Perazzini – , a cosa saremmo oggi senza la fotografia, ma penso che le foto come la cultura debbano servire a chi ha bisogno».

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