Colpo di... Coda: nuova sala per il maestro del '500

Rimini

 

RIMINI. È aperta da oggi una nuova sala nel Museo della Città, dedicata a Benedetto Coda e alla sua bottega di pittura. Proveniente dal Veneto, nato (forse) a Treviso, Coda lavorò a Rimini tra il 1495 e il 1533. Nella nuova sala al primo piano (si tratta della prima stanza a sinistra arrivando dalle scale) al posto d’onore è collocata la tavola “Unzione di Cristo”, acquisita dalla Fondazione Carim e lasciata in deposito al museo. Come per molte altre opere d’arte di proprietà dell’istituzione privata riminese, anche in questo caso la collocazione in un luogo pubblico consente a cittadini e turisti di conoscere e apprezzare dipinti e tavole di artisti locali o che hanno lavorato in città nei secoli passati.

“Unzione di Cristo” è passata nel luglio 2014 alla casa d’aste Bonhams di Londra, con una errata attribuzione. Segnalata dal museo riminese alla Fondazione, è stata da questa acquisita a un prezzo che gli esperti definiscono «vantaggioso» e portata in città.

La bella tavola, composta con un raffinato controllo delle forme e delle espressioni, allestisce un intenso compianto attorno al corpo morto di Cristo, cercando una evidente relazione con la “Pietà” di Giovanni Bellini, conservata anch’essa al museo e proveniente dal Tempio Malatestiano.

Nella sala dedicata a Benedetto Coda trovano spazio anche sei formelle, di proprietà della Diocesi, che in origine formavano il pulpito dell’altare di San Girolamo nel Tempio Malatestiano e che da lungo tempo giacevano nei depositi della Soprintendenza di Bologna. Le sei piccole tavole sono state sottoposte a un primo intervento della restauratrice Adele Pompili (finanziato da Aldo Celli e famiglia) che ha operato un indispensabile consolidamento della superficie pittorica, in attesa di un restauro complessivo.

Da un’altra sezione del Museo della Città è stata spostata nella nuova sala la tavola raffigurante un “Cristo portacroce” per la quale viene ora avanzata un’attribuzione a Benedetto.

Completano la sala due opere della bottega del Coda, in prestito temporaneo dalla galleria Altomani. Si tratta di un altro “Compianto” su tavola assegnabile a Benedetto, variante di un dipinto conservato alla Pinacoteca di Trevi, e di una tela con la “Sepoltura di Cristo”, riconducibile alla mano del figlio Bartolomeo Coda, medesimo autore del grande Cenacolo affrescato, allestito con la sua sinopia nella sala adiacente.

Tornando all’opera principale, «la tavola “Unzione di Cristo” rappresenta il punto più elevato dell’intensità espressiva di Benedetto Coda che si esprime con eleganza e sottile malinconia», afferma l’assessore alla Cultura, Massimo Pulini, soffermandosi sulla “grazia” manifestata dal pittore veneto. L’opera mostra il corpo di Cristo parzialmente avvolto da un lenzuolo bianco e sostenuto da San Giovanni evangelista, dal discepolo Nicodemo, da Giuseppe d’Arimatea e dalla Maddalena che regge in mano l’ampolla di unguento.

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