E il Fellini ritrovato va a Venezia

Rimini

 

RIMINI. Amarcord è carne viva nel corpo sbrindellato e luccicante di Rimini. È l’obeso, sconveniente e inguaribilmente romantico zio zitellone, quello che non può mancare nelle foto di famiglia, anche se a tavola non sta mai zitto e alle feste di famiglia non fa altro che sottolineare – con un sorrisetto beffardo – i nostri imperdonabili e malcelati difetti. Amarcord siamo noi: riminesi, romagnoli, italiani. Patetici, burloni, volgari; persino tristi nelle nostre idiosincratiche fissazioni. Pronti a fare casino per un nonnulla e a rimanere meravigliati ancor per meno. Vigliacchi fascisti e coraggiosi rivoluzionari, a volte entrambe le cose, quasi sempre inconsapevolmente.

«Amarcord – dice Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna – è un monumento della storia del cinema; è l’ultimo Oscar per un film di Federico Fellini, e in qualche modo apre l’ultimo periodo della sua carriera. Quello dei personaggi di Amarcord è una specie di Olimpo minore, e una volta che li hai conosciuti, questi personaggi non ti abbandonano più».

Proprio la Cineteca di Bologna, a quarant’anni dall’Oscar, con il suo laboratorio di restauro cinematografico di ultima generazione L’Immagine Ritrovata, diretto da Davide Pozzi – e la sponsorizzazione dell’azienda bolognese yoox.com, che festeggia così il 15° compleanno e che con Amarcord inaugura il proprio impegno per la tutela del patrimonio cinematografico – fa rinascere il capolavoro di Federico Fellini (e Tonino Guerra) datato 1973, restituendo la bellezza originaria alle scene e ai costumi di Danilo Donati, alla luce e ai colori di Giuseppe Rotunno e alle indimenticabili melodie di Nino Rota. Partecipano attivamente al progetto Comune di Rimini (che ci ha messo 30mila dei circa 190.000 euro lordi complessivi necessari all’operazione), e i detentori dei diritti Warner Bros e Cristaldi Film.

La versione restaurata di Amarcord sarà presentata in prima mondiale alla 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il prossimo settembre.

Ma quando potremo vederla a Rimini? Il sindaco Andrea Gnassi spera di poterci inaugurare il ritrovato cinema Fulgor in primavera: «Il progetto Fellini via via si completa dei tasselli che compongono il quadro finale. Sono in avanzata fase di realizzazione il restauro e il recupero dei contenitori che, già a partire dall’anno prossimo, potranno colmare la “frattura” tra Federico Fellini e la sua città».

E mentre si attende di riempire lo iato, la Rimini di Amarcord – pur se interamente ricostruita a Cinecittà – torna a splendere sul grande schermo: riparata, ripulita, digitalizzata nel formato cinematografico Dcp e poi persino riportata di nuovo in 35 mm (per l’archivio). L’ultimo restauro, su pellicola, risaliva agli anni Novanta, ed era stata la Cineteca Nazionale a realizzarlo. In realtà, bisognerà attendere ancora qualche mese, perché a Bologna i lavori sono cominciati ma non sono finiti. E chissà – come si augura Marco Leonetti della Cineteca riminese – che le ricerche non ci regalino anche qualche scena inedita.

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