Cristina Campo: la vocee l'agognata bellezza

Rimini

 

RIMINI. «Aveva un garbo mondano, una sprezzatura squisita, una grazia inafferrabile» scrive di lei Pietro Citati.

Cristina Campo (Bologna 1923 – Roma 1977), poetessa non prolifica, traduttrice di John Donne, Simone Weil, Emily Dickinson, William Carlos Williams, era il nom de plume scelto da Vittoria Guerrini – figlia di un musicista faentino, compagna del germanista Leone Traverso, poi del filosofo Elémire Zolla –, cui la malattia cardiaca segnò vita (breve) e opere.

«Una mistica dei nostri tempi» la definiva l’amico e raffinato editore Vanni Scheiwiller. Amante delle icone e dei riti («Liturgia – come poesia – è splendore gratuito, spreco delicato, più necessario dell’utile» scrive in Diario bizantino, gli ultimi suoi versi), e perciò oppositrice del rinnovatore Concilio Vaticano II al punto da collaborare con il Lefèbvre prescomunica, Cristina Campo frequentò artisti e intellettuali, e con alcuni – come Alessandro Spina e Margherita Pieracci Harwell – intrattenne colti, stilosi e significativi carteggi.

Oggi proprio Margherita Pieracci Harwell, storica della letteratura, professoressa emerita dell’Università dell’Illinois, darà voce al pensiero e ai versi di Cristina Campo, in un appuntamento, a Rimini, curato da Alessandro Giovanardi, dal titolo “Radici e destino della bellezza. Cristina Campo tra l’Emilia-Romagna e Firenze”.

«Campo – spiega Giovanardi –, fiorentina di formazione e romana di adozione, è figlia di un romagnolo, il musicista Guido Guerrini di Faenza, e di un’emiliana, l’aristocratica Emilia Putti di Bologna. Nella sua opera non mancano riferimenti alla Romagna di Pascoli, ai grandi mosaici ravennati, al Tempio Malatestiano di Rimini. La conferenza tratterà della bellezza, l’ambita bellezza a cui Campo sempre mirò nella sua intensa attività di instancabile studiosa, poetessa, traduttrice e saggista, a costo di restare fuori dal coro e dalle tendenze letterarie del suo tempo».

È così che l’aristocratica voce di Cristina Campo chiuderà alle 17.30 a Palazzo Buonadrata la quinta edizione della rassegna “I maestri e il tempo. Memoria dell’antico, memoria dell’eterno”, ciclo d’arte e cultura promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini: 2000 le presenze nei nove appuntamenti del 2015.

Durante l’incontro odierno sarà ancora visibile la tavola del Compianto sul Cristo (1513-14 ca.) di Benedetto Coda, che presto sarà esposta al Museo della Città.

Info: 0541 351611

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