Lentezza, che gusto

Rimini

SAN PIERO IN BAGNO. Quale miglior posto per presentare un libro che racconta la grande cucina delle osterie italiane in uno dei locali che questa storia l’ha scritta e continua a tracciarla con lo stesso entusiasmo da lustri?

Nicola Ferrero ed Eugenio Signoroni di Slow food Italia, che ne sono autore e curatore, presentano questa sera “La Grande cucina delle Osterie d’Italia” (Slow Food Editore) proprio alla Locanda al Gambero Rosso di San Piero in Bagno.

Abbiamo già avuto modo di raccontare le felici congiunture che hanno fatto di questo angolino di Romagna un coacervo di esperienze e talenti gastronomici, uno di questi, indissolubilmente legato al mondo slow della cucina tradizionale è Giuliana Saragoni e con lei l’infaticabile marito Moreno.

Questo libro non è la storica e pluriventennale Guida alle Osterie d’Italia, che resta un testo unico e un vademecum basilare per orientarsi fra la migliore ospitalità italiana; in questo volume (100 ricette, 22 osterie e più di 300 fotografie ) non ci sono solo parole e consigli, per la prima volta Slow food ha infatti raccontato le osterie anche attraverso le fotografie. Un giro per l’Italia che cerca di rievocare quell’atmosfera che rende il locali selezionati dalla stessa Guida così speciali.

Il mondo delle osterie è fatto prima di tutto di storie famigliari, di piatti che condensano l’essenza di territori attraverso ingredienti che non sono solo prodotti agroalimentari, ma tradizioni, aneddoti, culture locali. Ecco perché le osterie e le trattorie sono e restano le principali ambasciatrici della cucina italiana, e quindi anche romagnola, nel mondo. Dietro gli osti che Slow food si ostina a raccontare quindi c’è tutto questo: territori, famiglie, contadini, casari, vignaioli, tutti spesso anche molto piccoli, stili e filosofie di vita, ospitalità vera.

Un mondo che è tutto tranne che passato. Perché la forza di questi locali è si la difesa di una identità che avviene però attraverso una costante rielaborazione e la capacità di stare al passo. Quello che senza ombra di dubbio ha saputo fare la Locanda al Gambero rosso di San Piero in Bagno che dall’iniziale recupero di qualche ricetta in via d’estinzione del territorio montano romagnolo, alto cesenate in particolare, ha ridato vita a una cucina di casa e a saperi che senza questo lavoro forse sarebbero ormai perduti per sempre.

Per l’occasione Giuliana Saragoni, per quattordici volte “chiocciola Slow food” il maggiore riconoscimento conferito dalla stessa Guida, preparerà, assieme al suo staff un menù a base dei suoi piatti “storici”. Una panoramica? Eccola: tortino di ceci rosa e baccalà (pesce che da sempre è arrivato fino alla montagna), minestra di castagne e fagioli (ricetta che più montanara non si può), farinata di grano con la gota e passatelli asciutti con salsiccia matta (perché mica si può fare a meno del maiale in Romagna, di questa stagione poi...), coniglio alla cacciatora (un classico), polenta dolce con ricotta del contadino, zuppa inglese, caffè in forchetta (quest’ultimo in particolare una chicca con cui è impossibile non chiudere un pasto alla Locanda).

Per partecipare alla cena di stasera la quota è di 44 euro a testa (37 euro per il socio e consorte). In omaggio ai partecipanti il libro “La grande cucina delle Osterie d’Italia” (in libreria a 24,50 euro). Prenotare ai numeri: 0547 622602 – 348 7517095).

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