Non è il prezzo che fa lo chef

Rimini

Fa il suo ingresso in libreria un'opera adatta ad accompagnare le festività. È “Grandi chef piccoli prezzi” (Giunti editore) di Elsa Mazzolini, giornalista cesenate che in tempi non sospetti si è appassionata alla cultura enogastronomica oggi sulla bocca di tutti.

Risale al 1984 “La Madia Travelfood” primo magazine da lei inaugurato e diretto, teso a promuovere la cultura del buon cibo e del buon bere, dando spazio alla ricerca nella ristorazione, all’innovazione di cuochi e sommelier. Di recente le è stato conferito il prestigioso Premio “Veronelli-Le Lettere”.

In questa sua opera editoriale (192 pagine-euro 19.90) la giornalista raccoglie un percorso trentennale all’insegna del credo che la accompagna; quello di una «cucina estetica ed etica, invitando chef che riescono a comunicare con la strada, con la famiglia». Cosa che sta a significare la possibilità di affinare il palato di tutti con ricette di maestri della cucina contemporanea, spendendo cifre democratiche. “Grandi chef piccoli prezzi” non è una pubblicazione di ricette; è una selezione di piatti griffati da 27 grandi cuochi italiani, in grado da essere ricreati anche dai non esperti, spendendo in materia prima una modica somma, compresa fra 5 e 20 euro.

I 27 protagonisti rappresentano una parte delle centinaia di incontri con maestri d’arte cuciniera pratici e teorici, con i quali l’autrice ha intessuto condivisione di intenti, scambio di idee, a volte anche contrasti. Perché Mazzolini è uno spirito che si definisce “anarchico” e non le manda a dire. Alcuni chef sono nomi familiari del territorio: Riccardo Agostini de “Il piastrino” di Pennabilli, Massimo Bottura della Francescana di Modena, Vincenzo Cammerucci del Camì di Savio Ravenna, Marco Cavallucci della Frasca a Milano Marittima, Raffaele Liuzzi dell’omonima Locanda a Cattolica, Piergiorgio Parini del Povero diavolo di Torriana, Paolo Teverini di Bagno di Romagna.

Al capitolo di ognuno aggiunge un profilo in cui interpreta in modo personale il carattere del protagonista in questione. «Raccontare del brutto carattere di Vissani o della generosità di Bottura – dice Elsa – , mi sembra toccare corde più umane delle solite biografie celebrative».

Da sottolineare la parte introduttiva dell’opera; l’autrice affronta un piccolo trattato della storia evolutiva della ristorazione italiana di questi trent’anni; vi compaiono personaggi anche dimenticati che hanno contribuito ad aprire un nuovo corso. Personaggi che, un po’ come l’autrice, non hanno ceduto allo show biz mediatico, inseguito da tanti cuochi.

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