Rapine e furti: presa la gang

Rimini

RIMINI. Utilizzando armi e veicoli rubati, si sono resi responsabili nei primi due mesi dell’anno, a vario titolo, di una ventina di furti e rapine consumati ai danni di esercizi commerciali di Rimini. La Squadra mobile della questura di Rimini ha sgominato la banda attraverso un’indagine, denominata “T-Max” (dal maxi-scooter) che usavano per gli spostamenti coordinata dal pm Elisa Milocco. Sei persone sono state arrestate e una settima dovrà sottostare all’obbligo di dimora a Rimini alla presentazione periodica in questura. In esecuzione delle misure di custodia cautelare emesse dal Gip del tribunale di Rimini sono finiti in manette: Fatjon Vata, albanese di 20 anni, considerato il riferimento proincipale del gruppo; Bardhok Sokoli, albanese, 21 anni; Devad Ahmetovic, nomade domiciliato a Rimini, 20 anni; Refik Karpuzi, macedone, 22 anni; Alberto Gino Melis, riminese, 32 anni. Il diciannovenne ucraino Maksym Veres è invece il destinatario dell’ordinanza che dispone la misura meno restrittiva: obbligo di dimora e di firma.

A partire dalle indagini legate alla rapina subita da un pony-express della pizza (episodio non incluso nell’ordinanza) gli investigatori della polizia hanno cominciato a raccogliere elementi che sono andati a incrociarsi con i dati raccolti all’arresto di tre soggetti dopo la tentata rapina al distributore di via Matteucci. Alla fine la Mobile ritiene di aver individuato i responsabili di una serie di fatti delittuosi che avevano destato allarme sociale anche per il fatto che minacciavano le vittime con coltelli e pistole scacciacani e agivano sotto l’effetto di droghe. Secondo l’accusa tra gli episodi attribuibili alla banda figurano la rapina alla titolare dell’edicola di via della Fiera (27 gennaio), le rapine ai danni del proprietario del “Kebabbaro” di via XX Settembre (1 febbraio, 11 febbraio e 7 settembre 2015); la rapina alla tabaccheria di via Beltramini a Viserba (3 febbraio). Lunga anche la serie di furti riconducibile a membri del gruppo: da quelle delle diverse utilitarie usate per la fuga, a quelli in tabaccheria (7 febbraio, in via Dati) o nel deposito di caffè in via Norvegia (tra il 29 e il 31 gennaio furono trafugate confezioni per un valore di 15mila euro).

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