Una cinquantina di leghisti anti profughi

Rimini

CESENATICO. Via Cavour blindata dalle forze dell'ordine per il sit in della Lega Nord davanti all'hotel che ospita i profughi. Ma i 40 ospiti non c'erano. Non perchè come ha un po’ troppo trionfalmente annunciato il segretario leghista Mattia Salvini erano stati trasferiti altrove visto l’arrivo delle camicie verdi, ma semplicemente perchè erano stati portati in collina a Carpineta dai volontari della coop Cad per una domenica nell'entroterra, utile anche a evitare tensioni.

Il Carroccio ha comunque serrato le fila e accolto il segretario Matteo Salvini per la diretta con Barbara D'Urso su Canale 5. Il segretario ha “arringato” il parterre televisivo trattando temi nazionali. «Invece che finanziare Mare Nostrum preferisco dare soldi ai nostri precari» è stato il ritornello che ha raccolto più applausi. Una volta sola ha nominato Cesenatico in riferimento ai 40 profughi destinati in città per poi dare prova di campagna elettorale su Facebook: “Dopo 5 manifestazioni e raccolte di firme, oggi finalmente i 40 immigrati che soggiornavano da mesi (a spese degli italiani) qui in albergo, sono stati allontanati”. Il titolo del post: “Cesenatico, risultato raggiunto!”. In realtà le manifestazioni, se si possono definire così, sono state tre e poco partecipate, le firme raccolte sono state inferiori al numero dei profughi e i migranti hanno fatto ritorno all'hotel Splendid ieri in serata.

Nel primo pomeriggio intanto, sotto l'hotel, a pochi metri da Salvini, una decina di cittadini ha affisso due striscioni che mostravano solidarietà verso gli ospiti. Non ci sono mai state tensioni anche perché le “camice verdi” erano circa 50 e polizia, carabinieri e vigili urbani una trentina contando anche il reparto mobile e la celere spostati da Bologna.

Salvini, a microfoni della tv spenti, ha detto che «Cesenatico è una città ospitale, ma le porte sono aperte alle brave persone» e ha dribblato la domanda sull'assenza del vicesindaco Vittorio Savini dicendo che l'importante è che non ci fossero altre persone, «quelle che danno fastidio».

Lo scopo principale era quello di trascinare in alto il consenso per il candidato alle elezioni in Emilia Romagna Alan Fabbri che non ha profferito verbo incassando di riflesso gli applausi dei presenti alle frasi di Salvini lanciate in diretta tv.

I presenti del Carroccio erano del bacino di Forlì-Cesena che dalle 14 alle 15.30 circa hanno circondato il loro segretario. Il vero e proprio contatto duraturo con i propri elettori c'è stato a telecamere spente quando Salvini ha posato per le foto e i selfie insieme a chiunque lo chiedesse. Infine, prima di lasciare Cesenatico per un incontro a Gatteo ha anche fatto visita al monumento a Pantani e qualche foto in spiaggia.

Non è stato avvistato nessuno degli alleati di coalizione, mentre era presente il consigliere comunale leghista Donini.

 

 

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