Ospedale, consegnate oltre 6600 firme

Rimini

SAVIGNANO. Consegnate ieri pomeriggio al direttore generale dell’Ausl Romagna Andrea Des Dorides e al sindaco di Savignano Filippo Giovannini le 6.603 firme che il Centro per i diritti del malato “Natale Bolognesi” ha raccolto nell'intero distretto del Rubicone per chiedere che non venga soppresso il punto di primo intervento del Santa Colomba e garanzie che con l'azienda unica i servizi sul territorio non vengano diminuiti.

A consegnare le firme, che sono state raccolte dai circa 50 iscritti al Centro ma anche da centinaia di cittadini che si sono impegnati di persona, è stato il presidente Luca Menegatti assieme a una delegazione di 4 persone, alla quale è stato concesso di salire nel palazzo comunale in occasione dell’incontro, non pubblico, sull'Ausl Romagna.

L'incontro, al quale prendevano parte di sindaci del distretto Rubicone-Costa, la direttrice del distretto Antonella Brunelli e il direttore dell’Auslona Des Dorides, è stata fatta a porte chiuse e per poter consegnare le firme, «che volevamo assolutamente dare noi di persona in mano al direttore Des Dorides« ha detto Menegatti, è intervenuto il sindaco Giovannini, uno dei primi firmatari della petizione assieme alla collega di S.Mauro Pascoli Luciana Garbuglia e a quello di Gatteo Roberto Vincenzi.

Giovannini, che è anche presidente del distretto, ha dichiarato che anche lui sta «portando avanti le stesse istanze». Assieme alle firme, Mengatti ha anche consegnato a tutti i presenti una lettera aperta con considerazioni e proposte per la sanità del Rubicone, mentre fuori dal palazzo comunale gli aderenti al Centro distribuivano un volantino in cui lamentavano «una gravità assoluta il non essere stati invitato all'incontro, poiché pregiudica i presupposti di una fattiva collaborazione con l'amministrazione comunale».

Così Menegatti spiega le loro motivazioni. «Non siamo potuti intervenire all'incontro in quanto non invitati e informati all'ultimo. Cosa che non ci è piaciuta, ma almeno abbiamo consegnato le oltre 6mila firme raccolte da giugno. Abbiamo scambiato due parole col direttore generale, cercando di fargli capire la situazione. Restiamo poi disponibili al confronto, se l'amministrazione comunale di Savignano e il suo sindaco dimostreranno coi fatti che ascoltano i cittadini. Ma certo questo incontro era un'occasione da sfruttare».

Per il Centro Bolognesi, che come dichiara Menegatti ritiene l'Ausl unica «un'opportunità, ma ci devono essere delle condizioni garantite», vincoli irrinunciabili della nuova Ausl «devono essere il mantenimento dei livelli qualitativi e quantitativi dei servizi erogati, prevedere l'incremento sul territorio delle dotazioni e dei servizi socio-sanitari per tutte le prestazioni che non richiedono un'elevata specializzazione, come la cura degli anziani, la lungodegenza e la diagnostica non invasiva» ma soprattutto che non chiuda il punto di primo intervento. «Siamo molto preoccupati che si possa andare avanti su questa strada perchè il nuovo servizio H12 per i medici di base, avvenuto alcuni mesi fa in base al Pal, prevede la chiusura del punto di primo intervento. Ma in seguito alle nostre informazioni ed esperienze, i medici di base non hanno le competenze e l'interesse a sostituire il punto di primo intervento. Inoltre si crea una disparità di trattamento fra i cittadini che possono usufruire del servizio H12, perché i loro medici hanno aderito, e quelli che non possono. Prima delle elezioni amministrative i candidati Giovannini e Garbuglia si erano impegnati a sostenere la nostra petizione, che poi una volta eletti, assieme a Vincenzi, hanno firmato. Non si parla di partiti, di posizioni preconcette contro l'Ausl unica, ma temiamo che si voglia fare economia tagliando i servizi ai cittadini».

 

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