Duello fra i fans di Marco Pantani e Guglielmo Marconi

Rimini

CESENATICO. Il premio Nobel per la Fisica Guglielmo Marconi trova i suoi cultori lungo la strada imboccata per cambiare il nome della piazza a lui intitolata in “piazza Marco Pantani”. L’idea, caldeggiata dagli albergatori dell’Adac (che l’hanno addirittura anticipata sulle locandine promozionali del “Piadina Day”) ed avvallata dall’assessore alla Sport e Turismo, Vittorio Savini, trova più di una voce critica.

L’invito del fronte ostile alla novità toponomastica prospettata invita a guardare altrove, per esempio ad un viale o una piazza di un nuovo insediamento abitativo, se si vuole intitolare al campione di ciclismo uno spazio pubblico. Una posizione espressa nella convinzione che «togliere un’intitolazione di un luogo per attribuirla da un altro, foss’anche Pantani, è sempre un qualcosa di spiacevole. Specialmente se ad essere sacrificato è un simbolo dell’ingegno italiano nel mondo, come Guglielmo Marconi, o magari Giuseppe Verdi».

A difendere l’inventore della telegrafia senza fili via onde radio è Giorgio Grassi, persona particolarmente nota e stimata nella cittadina adriatica, che fa subito notare: «E’ stata fatta un’ancora ipotetica ma allucinante proposta, che i vertici dell’Adac hanno provveduto a pubblicizzare, in previsione del “Piadina day” che si svolgerà nel fine settimana. E purtroppo l’assessore li ha assecondati».

Grassi è caustico: «Siamo seri. Al di là di ogni altra considerazione sulla piadina, è l’atteggiamento mentale rivolto a scompaginare e scompensare l’umana e dignitossissima memoria di una figura planetaria come quella di Guglielmo Marconi che lascia interdetti e sbigottiti. Questo involontario scivolone della pubblica amministrazione, sgradevolmente assistita dall’Adac, ci fa precipitare nel buio nero del pressapochismo culturale. Giova poi rammentare che il prestigioso curriculum sportivo dell’amato Marco Pantani ha ottenuto numerosi attestati alla memoria da parte di tutti. Volere insistere sulla permanente rimembranza all’uomo Pantani appare irrituale, e soprattutto volerlo accostare con un gigante dell’ingegno mondiali come Guglielmo Marconi».

Per Grassi, qualora avvenisse il cambio dell’intestazione dalla piazza sul lungomare Carducci, l’opinione pubblica cittadina si troverebbe a dover registrare una «poco rispettosa intrusione e deprecabile rimozione di un’altra valenza onorifica attribuita a Guglielmo Marconi. Insistere sulla molto debole proposizione del cambio di cambio del nome della toponomastica della piazza in argomento equivarrebbe in una mostruosa inadempienza pubblica, specialmente in un Paese che ha assoluto bisogno di cervelli e ricercatori da avere come esempio».

Infine, la vis polemica di Giorgio Grassi, che si fa portavoce di altri “difensori” di Guglielmo Marconi (da non confondere con quel Genesio Marconi, stimato medico, che operò a Cesenatico nei primi decenni del Novecento e al quale sono intitolati l’ospedale civico ed una strada), si tramuta in un suggerimento: «Perché non scegliere di intitolare a Marco Pantani una via o un viale in un nuovo insediamento abitativo? Vi si potrebbe leggere lo sviluppo della viabilità cittadina. D’altronde, anche i trionfi esigono un prezzo e non eludono la consapevolezza degli errori compiuti».

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