Lettera al Papa contro le aperture festive

Rimini

SAVIGNANO. Papa, pensaci tu. Nazzareno Mainardi e Piero Garattoni, assessori allo Sviluppo Economico e al Centro Storico del Comune di Savignano sul Rubicone, si sono rivolti a Papa Francesco con una lettera: «Abbiamo una cosa da raccontarLe, una faccenda che sta diventando insopportabile: il lavoro nei giorni festivi».

Il Comune savignanese non è nuovo all’opposizione al decreto Salva Italia con cui il governo Monti aveva liberalizzato le aperture degli esercizi commerciali nei giorni festivi. Ormai un anno fa, il Consiglio approvò una delibera che impegnava il sindaco Elena Battistini e la giunta a farsi portavoce della battaglia in Regione e con Vasco Errani, in quanto presidente della Conferenza delle Regioni, perché la materia torni di competenza delle regioni, a portare la medesima richiesta alla presidenza del Consiglio dei Ministri e a sollecitare i sindaci del territorio ad approvare lo stesso atto nei consigli comunali.

«La legge Monti - scrivono ora i due assessori, rivolgendosi al Papa - ha abolito ogni sorta di regola nel mondo del commercio riportandoci indietro di cent'anni e mettendo i lavoratori di questo settore nelle condizioni di non poter più partecipare a momenti importanti come le celebrazioni delle festività religiose e civili». Un provvedimento che si ripercuote in particolare su alcune categorie di persone, «in quanto ciò comporta turni ed orari di lavoro pesanti, oltre alla perdita del riposo settimanale, con i conseguenti problemi nella gestione famigliare e nell’educazione dei figli. Tutto ciò - sostengono - accade anche in situazioni in cui tali aperture non sono necessarie per il buon andamento delle aziende e per il servizio ai cittadini che queste offrono, come invece avviene nelle località turistiche dove le aperture domenicali e festive hanno oggettivamente un senso. Ci stiamo abbruttendo e privando di conquiste che hanno avuto un prezzo; stiamo approdando al modello della famiglia consumistica. Lo sfacelo culturale, affettivo e morale».

Infine, concludono: «Ci appelliamo a Lei, Papa Francesco, perché dal Suo arrivo al Soglio Pontificio ha usato parole chiare su temi importanti che riguardano l’umanità. Rispetto ai disastri che colpiscono il mondo, questo è sicuramente uno dei meno importanti, ma una Sua preghiera o un Suo intervento saranno certamente di aiuto alle persone deboli che non hanno mezzi per affrontare il cosiddetto “sistema”, offensivo anche per la cultura italiana e le Istituzioni, oltre che per i lavoratori e per tutti quelli che si sono battuti per costruire una società moderna, giusta ed equa».

 

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