Nel primo trimestre chiudono meno aziende

Rimini

CESENA. I dati relativi alle imprese attive della provincia, nel primo trimestre 2014, secondo Movimprese, resi noti dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena, confermano un rallentamento del calo delle imprese locali, comprese anche le imprese artigiane.

Rallenta dunque la dinamica negativa nella movimentazione delle imprese, cauto segnale di reazione alla crisi che fino ad ora ha creato difficoltà all’intero sistema produttivo. Il dato arriva da Movimprese, la banca dati di Infocamere, che fornisce numeri e statistiche relative alle movimentazioni delle aziende a cadenza trimestrale.

Secondo Movimprese, al 31 marzo 2014 le imprese “registrate” presso la Camera di Commercio di Forlì-Cesena sono 43.273, delle quali 38.471 attive. Nel corso del trimestre si sono iscritte 827 imprese e ne sono cessate 1.051; il saldo è dunque negativo per 224 unità. Con riferimento, però, al medesimo trimestre dello scorso anno, il saldo appare in miglioramento (al 31 marzo 2013 era pari a -456), in seguito a una riduzione delle cancellazioni e ad una sostanziale stabilità delle iscrizioni. L’indicatore del tasso di natalità delle imprese nel trimestre, che è pari a 19,1 nuove iscrizioni ogni 1000 imprese registrate, risulta in miglioramento rispetto al primo trimestre del 2013 (quando era pari a 18,8) e in linea con la media nazionale (19,1).

Gli effetti della crisi sono ancora evidenti, tuttavia la diminuzione della cancellazioni d’impresa (e del relativo indice di mortalità) sembra segnalare anche una volontà di reazione e di superamento di tali difficoltà.

I tassi di crescita relativi al trimestre, calcolati sulle imprese registrate al netto delle cancellazioni d’ufficio (comprensivi del settore agricoltura), mostrano un segno negativo per la provincia di Forlì-Cesena (-0,45%), in linea con gli altri livelli territoriali (-0,53% in Emilia-Romagna e -0,41% in Italia). Si tratta, in ogni modo, di valori di sostanziale stabilità che, in queste particolari circostanze, sono interpretabili in ottica positiva. La provincia di Forlì-Cesena si colloca, infatti, al terzo posto della graduatoria regionale del tasso di variazione, preceduta da Bologna e Reggio Emilia (con una flessione delle imprese registrate pari allo 0,31%), mentre a livello nazionale (su 105 province) la posizione è la 41ª.

Le imprese attive hanno fatto rilevare una diminuzione rispetto all’analogo periodo 2013: il dato provinciale (-2,0%) appare leggermente inferiore rispetto a quello degli altri livelli territoriali (rispettivamente -1,4% in regione e -‑1,0% in Italia). Le variazioni calcolate al netto del settore agricolo mostrano una flessione maggiormente contenuta (-0,8% in provincia, -0,6% in regione, -0,5% in Italia) e assimilabile a una condizione di stabilità.

Considerando i settori più significativi, per numerosità, si nota come continui la diminuzione delle imprese attive nel settore delle costruzioni (-3,4%) che rappresenta il 19,5% del totale delle imprese attive in provincia (al netto dell’agricoltura). Il settore manifatturiero, la cui incidenza è del 12,1%, diminuisce dell’1,0%. Sostanzialmente stabile, invece, il commercio (-0,1%) che costituisce il 27,1% delle imprese attive non agricole. Seguono per incidenza i settori “alloggio e ristorazione” (8,6% del totale), con una crescita dello 0,3%; le attività immobiliari (incidenza del 7,9%) con una diminuzione del 2,3%; i “trasporti e magazzinaggio” (incidenza del 4,9%), che diminuiscono del 2,4%. Le “Altre attività di servizi” (codice Ateco 2007 S, comprendenti in particolare servizi alla persona), pesano per il 5,6% del totale delle imprese attive non agricole e registrano un moderato aumento (+0,9%).

Prosegue, infine, il calo delle imprese agricole: -6,9% rispetto al primo trimestre 2013. Meno sensibile risulta la diminuzione del settore in Emilia-Romagna e a livello nazionale rispettivamente del -5,3% e -4,1%.

Riguardo alla forma giuridica (al netto dell’agricoltura), continua, anche se in misura più contenuta rispetto allo stesso trimestre del 2013, la riduzione delle società di capitali (-0,4%), dato significativo in quanto si tratta del segmento maggiormente strutturato del sistema imprenditoriale. Il valore in esame è ancor più indicativo dal momento che risulta in controtendenza rispetto al trend regionale (+1,3%) e nazionale (+2,3%). Anche l’incidenza provinciale (al netto dell’agricoltura) delle società di capitali, pari al 18,4%, rimane inferiore a quella regionale (22,5%) e nazionale (22,4%).

Le ditte individuali, pari al 54,1% delle imprese attive (53,6% in regione, 56,7% in Italia), sono diminuite del 4,9%. Le società di persone, pari al 24,7% del totale (21,5% in regione, 18,4% in Italia), sono diminuite del 2,9%. Infine, le “altre forme giuridiche”, che rappresentano il 2,9% del totale (2,5% in regione, 2,6% in Italia) risultano in controtendenza, essendo cresciute del 4,2%.

Sul fronte delle localizzazioni (sedi e unità locali) in provincia di Forlì-Cesena se ne contano 46.207 (-1,4% rispetto al medesimo periodo del 2013) e, al netto del settore agricolo, la loro flessione è pari allo 0,4%.

Infine, con riferimento alle aziende artigiane iscritte al Registro Imprese della provincia di Forlì-Cesena (al 31 marzo 2014), esse sono 12.789, di cui 12.774 attive. Le nuove iscrizioni nel trimestre sono state 299 e le cessazioni 427, con un saldo negativo di 128 unità (un anno fa fu sempre negativo ma per 257). Rispetto allo stesso periodo del 2013 sono leggermente aumentate le iscrizioni (+12 imprese) ma soprattutto sono diminuite le cancellazioni (-117), manifestando una dinamica che, se confermata nei prossimi trimestri, potrebbe rappresentare un importante elemento di reazione e di ripresa.

«Nonostante il perdurare di difficoltà in quasi tutti i settori, il quadro complessivo appena descritto - dichiara Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena - dovrebbe nei prossimi mesi evidenziare qualche nuovo elemento positivo. Si tratta ora di fare in modo che le dinamiche che paiono aver imboccato la strada della ripresa siano sostenute da adeguate politiche in grado di favorire i fattori di traino dell’economia, credito, innovazione ed export in particolare.

La Camera proseguirà con le iniziative già da tempo avviate, dedicando particolare attenzione alle piccole imprese che sono quelle che stanno maggiormente soffrendo, come emerge dai nostri indicatori».

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