Studente ladro: furti in serie durante l’alternanza scuola-lavoro

Amarezza e bocche cucite
Non è possibile raccontare nei dettagli quello che è successo, perché le bocche sono cucite. Più che le possibili conseguenze sul piano penale, che dipenderanno dalla volontà dei derubati di fare denuncia, prevale l’amarezza. Inoltre, visto che a macchiarsi delle ruberie, è stato un minorenne, c’è una comprensibile riservatezza, a sua tutela.
All’interno dell’azienda non vogliono dire niente. Ripetono che sono lì «solo per lavorare». D’altronde, quella attività è conosciuta da tutti per la professionalità con cui opera. Si avverte una profonda delusione, più che rabbia. Chi lavora lì dice che a questo punto la vicenda riguarda prima di tutto la scuola, e ancor più l’ambiente familiare del giovane, che dovrà fargli capire l’errore che ha fatto. E magari cercare di trasformare un brutto episodio in una lezione di vita con un effetto “rieducativo”.
Furti in serie e organizzati
Da quel po’ che è trapelato, sembra che i furti messi a segno nel periodo dell’alternanza scuola lavoro siano stati diversi. E sarebbero stati compiuti anche con una certa organizzazione, che fa pensare non a un colpo di testa isolato ma a gesti premeditati. A essere presi di mira sarebbero stati anche oggetti di clienti a bordo delle auto portate in officina. Il primo, o uno dei primi a sparire, di cui ci si è accorti, sarebbe stato un portachiavi. Ma sembra che siano state trafugate anche cose di ben altro valore economico: per esempio una delle telecamerine che vengono posizionate dentro gli abitacoli delle vetture. A quanto pare, la conferma che lo studente stava facendo dei furti è arrivata utilizzando come “esca” per dare corpo ai sospetti delle monete messe da parte per rifornirsi in un distributore automatico.