Lorenzini, condanna annullata

Rimini

CESENA. La 1ª Sezione della Corte di Cassazione ha annullato la condanna a 30 anni a Luca Lorenzini: ritenuto sia in primo che in secondo grado responsabile dell’omicidio della ex fidanzatina Stefania Garattoni.

I 30 anni di pena, per la Cassazione, vanno rivisti con un nuovo processo d’Appello. Perché per la suprema corte non andava valutata (e punita) una delle aggravanti che invece è stata da sempre contestata al cesenate. Sulla colpevolezza non ci sono dubbi e resta in carcere.

La condanna bis per l’omicidio di Stefania Garattoni (avvenuto il 9 marzo 2011 davanti alla scuola della ragazza) era datata 20 settembre. A pochi mesi di distanza l’avvocato che tutela l’omicida reo confesso (Alessandro Sintucci) si è presentato in Cassazione per discutere la posizione del suo assistito. E’ raro che, per questioni di diritto, la Cassazione annulli una sentenza d’Appello. E’ quanto invece avvenuto in questo caso. Il ricorso presentato dall’avvocato cesenate riguardava le tre aggravanti contestate al cesenate ora 30enne: crudeltà, premeditazione ed abbietti motivi. Per la Cassazione i motivi abbietti non ci sono stati o quanto meno non vanno contestati a giudizio.

Lorenzini dunque (anche se ancora il dettaglio delle motivazioni non è noto, lo sarà prima del nuovo processo) avrebbe agito con un moto d’impeto e di ira per essere stato lasciato dalla fidanzatina 21enne. Non ci sarebbe dunque per la Cassazione rapporto causa-effetto: “tu mi hai lasciato, io ti uccido”. Per questo la decisione presa, di rivedere la sentenza con un secondo processo d’Appello.

Resta da capire come. Cioè se l’Appello debba riguardare esclusivamente i motivi abbietti o se debba essere ripreso in esame l’intero castello della vicenda.

Lorenzini attese nella zona della scuola che Stefania Garattoni frequentava (in viale Mazzoni vicino alla chiesa di S. Domenico) l’arrivo della giovane con la quale il rapporto sentimentale era concluso. Per ucciderla la colpì con cinque coltellate. Uccidendola in particolare per gli effetti dell’unica che l’aveva centrata al petto.

In primo grado Lorenzini fu condannato a 30 anni di reclusione dal Gip Luisa Del Bianco. Poi in Appello a Bologna venne confermata la stessa sentenza: comprensiva dei 500 mila euro di risarcimento immediatamente liquidati ai familiari della vittima. Nell’Appello la difesa aveva giocato le sue carte sul dolo d’impeto. Senza ottenere però riduzioni della pena. Quella versione del modus operandi di Lorenzini nel delitto, però, è stata ora in parte accolta dalla Cassazione. Il nuovo processo d’Appello dunque, comunque andrà a finire, partirà da un’aggravante in meno rispetto alle tre esaminate fino ad ora. Si parlerà soltanto, nell’omicidio, di crudeltà e premeditazione.

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