Si reinventano un lavoro con la piada in Sicilia

Rimini

CESENA. «Io mi piango addosso al massimo un anno, poi basta». Parole di Monica Simonetta, che nel 2015 insieme al marito Igor Parrino e al figlio Lorenzo, allora in procinto di cominciare le scuole elementari, ha deciso di cambiare vita. Una scelta maturata dopo un paio di anni di difficoltà lavorative e poche prospettive di miglioramento.

Da Cesena si sono trasferiti tutti ad Ortigia, in Sicilia, e hanno aperto “CalaPiada”, un negozietto dove vendono piadina e prodotti romagnoli, collezionando da due anni a questa parte recensioni entusiaste e apprezzamenti dei tanti turisti che passano da quelle parti.

Geometra lui, alle prese con la crisi del settore edilizio. Dipendente dell’Arca lei, con la prospettiva, a causa della terziarizzazione di un ramo di azienda, di dover cominciare a lavorare sotto cooperativa. E allora hanno deciso di lanciarsi in questa nuova avventura. Ed il loro coraggio è stato premiato, perché la fortuna aiuta gli audaci.

«Ci siamo innamorati di Ortigia durante una vacanza - racconta Monica - Così avevamo comprato un piccolo appartamento per le vacanza. Per noi Ortigia, fino al 2015, era questo: il luogo delle vacanze. Quando le cose hanno cominciato ad andare a rilento a Cesena, ci siamo detti che dovevamo scegliere se rimanere e rischiare di erodere tutto quello che eravamo riusciti a risparmiare fin qui o osare. Abbiamo scelto la seconda».

Una scelta che è stata tutt’altro che semplice: «Adesso siamo contenti, ma è stata durissima - raccontano - Se ripenso ai primi tre mesi... Sono anche stata male fisicamente, ma oggi ho la certezza che quel malessere era dovuto tutto alla difficoltà di cambiare vita, cambiare città».

Igor (43 anni) e Monica (44 anni), che a Cesena avevano partecipato anche alla prima fase dell’avventura politica della lista civica Cesena siamo noi, oggi sono fieri titolari di uno dei locali più apprezzati di Ortigia. Tra le piadine che propongono, accanto alle tradizionali, da qualche tempo c’è anche la “Sicignola” con Tuma, acciughe, pomodorini e origano, apprezzatissima da siciliani e cinesi.

«Il nome “Sicignola” ce lo ha suggerito l’amico Denis Parise, è una piadina in versione siracusana - racconta Monica - Selezioniamo con cura i prodotti, cercando di far lavorare anche le aziende romagnole: porteremo giù le tele stampate di Pascucci, abbiamo lo squacquerone di Mambelli, i salumi invece sono di Delvecchio».

«In questi giorni siamo a Cesena anche per venire a trovare i nostri prosciutti - spiega ridendo, Igor - Io, geometra di provincia, ad Ortigia ho scoperto un mondo. Anzi, sto scoprendo il mondo attraverso gli occhi e i racconti dei tanti turisti stranieri che passano dal nostro locale, e troppo spesso ho la sensazione che l'Italia è rimasta piantata, mentre il resto del mondo va a mille».

Appena possono, ritornano a Cesena: «È la città del cuore, ma l’abbiamo trovata cambiata, meno viva. L’altra mattina dovevamo fare un paio di commissioni in centro e non c’era quasi nessuno. Ma che fine hanno fatto i lavoratori?».

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