Carisp: il Riesame restituisce tutti i milioni vincolati

Rimini

CESENA. Cassa di Risparmio di Cesena. Il Tribunale del Riesame ha impiegato il solo fine settimana per prendere la sua decisione. Che è stata quella di dissequestrare tutti i beni di cui era stato chiesto (ed avvallato) il vincolo durante l’indagine sul passato della banca cesenate.

Ad 11 persone iscritte sul registro degli indagati (tra le complessive 17 finite nel mirino della Procura della Repubblica) con richiesta dei Pm ed avvallo del Gip Camillo Poilluci lo scorso mese di luglio erano stati posti sotto vincolo preventivo 1.9 milioni di euro.

Lo scorso fine settimana c’era stata l’udienza davanti al Riesame di Forlì durante la quale gli avvocati delle difese (Mariano Rossetti di Bologna, Marco Martines di Forlì, Luca Sirotti di Bologna e Vincenzo D’Apote di Bologna) avevano chiesto ai giudici di restituire i beni sequestrati. Ed è questa la decisione presa da Riesame: sbloccare i valori per intero.

Ancora non si conoscono le motivazioni. Il Tribunale si è preso 30 giorni per presentarle nei dettagli e depositarle. Delle stesse dovranno di certo tenere conto il capo procuratore Sergio Sottani ed il pm Francesca Rago, titolari delle indagini.

Dopo l’avviso di fine indagini dei mesi scorsi, e trascorsi già da un po’ i 20 giorni a disposizione degli “avvisati” per farsi interrogare o depositare memorie, prima di staccare eventuali richieste di rinvio a giudizio i Pm vorranno vedere le carte del Riesame. Per valutare quanto la sentenza possa avere un’influenza sul prosieguo dell’anima dell’inchiesta.

Tutti i difensori avevano in aula chiesto il dissequestro dei beni facendo leva sull’insussistenza della richiesta di vincolo. Quindi delle accuse stesse.

Molto dipenderà se nelle motivazioni disponibili tra 30 giorni, il Riesame si sia addentrato (o meno) nel merito della vicenda e nel caso di quanto.

Anche a seconda di quanto i giudici hanno già deliberato, i pubblici ministeri decideranno se ed eventualmente a chi tra i 19 “indagati” finora, comunicare la richiesta di rinvio a giudizio. O se, ed a chi eventualmente, l’archiviazione.

Il blitz del sequestro risaliva ai primi giorni di agosto. Quando la Guardia di Finanza aveva posto sotto sigilli beni per 1.9 milioni di euro. Dalle proprietà di 11 ex dirigenti della Cassa di Risparmio.

Ad eseguire i sequestri era stata la Guardia di Finanza di Cesena assieme al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria.

Il provvedimento cautelativo arrivato dopo le indagini avviate nel 2014, che hanno visto il coinvolgimento di 17 membri degli organi di vertice e di controllo della banca, ritenuti responsabili dei reati di false comunicazioni sociali (il cosiddetto “falso in bilancio”), ostacolo all’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza e illecita ripartizione di utili: illecito quest’ultimo che consente in caso di condanna la confisca del profitto del reato anche nella fase delle indagini preliminari, come poteva far preludere ad agosto il sequestro preventivo.

Le investigazioni, scaturite da un’ispezione svolta dalla Banca d’Italia, hanno permesso di trovare per le accuse all’interno del bilancio 2012 della Carisp, l’esposizione di una situazione economica e patrimoniale non veritiera. In particolare per le accuse l’istituto non aveva proceduto a svalutare bene l’ingente esposizione, da oltre 40 milioni di euro, che vantava sul gruppo immobiliare Isoldi ormai in crisi.

Ciò ha comportato la mancata esposizione di una maggiore perdita per oltre 15 milioni di euro (di qui l’imputazione per “false comunicazioni sociali”), che ha consentito agli organi di vertice della banca di deliberare, ai soci la distribuzione di acconti sui dividendi per 1,9 milioni di euro, riferiti a utili che non sarebbero stati successivamente conseguiti (condotta che ha dato origine alla contestazione di “illegale ripartizione degli utili”).

La cifra era stata sequestrata preventivamente ad 11 dei coinvolti. A loro, adesso, è stata interamente restituita.

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