Ponte spacca-timpani: chiesti rimedi

Rimini

CESENATICO. Sbatacchiamenti continui, lamiere che sobbalzano, bulloni che lievitano sull’assito in legno quando transitano i veicoli. Ma non è “quell’ultimo ponte” di Remagen sul Reno, bensì quello di viale Anita Garibaldi, che più modestamente attraversa la Vena Mazzarini. Una struttura che, negli intenti del passato, avrebbe dovuto lasciare passare la barche, una volta costruito il porticciolo e gli attracchi per il diporto.

L’esasperante realtà di oggi è che invece quel ponte provoca un tale frastuono che gli abitanti dei dintorni dicono di non essere più disposti a sopportare oltre. E così chiedono rimedi.

Il problema sta nel rumore metallico delle assi che sbattono sulle lamiere e sui bulloni malfermi ogni volta che passa un mezzo. Se poi sono due o tre per volta, come capita spesso, il frastuono si amplifica e si fa più lungo e profondo.

Non è che questo attraversamento traballi. E’ ben solido nella sua struttura portante, a più campate con bilanciere a contrappeso. Ma l’assito che lo attraversa, via via rinforzato ed imbullonato da lamine e supporti inox, provoca tremendi scuotimenti e rumore. Soprattutto quando transitano bus, pullman ed autocarri.

Il ponte era propedeutico al recupero e alla riconversione della Vena Mazzarini, trasformata in una sorta di porticciolo turistico dove fare attraccare barche da diporto di una certa dimensione ed anche yacht. Solo che di quel progetto, partito ormai una dozzina di anni fa, non se ne fece nulla di serio. Un po’ perché mancavano soldi e capitalisti disposti a investire e un po’ perché i lavori non sono di poco conto e tanto costosi, a cominciare dai fanghi da dover smaltire.

Prima di tutto, ci sarebbe da procedere all’escavazione dell’attuale fondale della Vena, oggi ridotto anche a meno di un metro di profondità, sotto cui passa tra l’altro più di una conduttura. Inoltre, servirebbero palancolatura e consolidamenti delle sponde, per evitare che franino in acqua. Sicché quel ponte levatoio apribile in verticale, si è sollevato appena un paio di volte: quando fu collaudato e quando inaugurato.

Da alcuni anni si è costantemente alla ricerca di un modo per rendere fisso l’assito di legno con cui è fatto l’attraversamento. Di recente si era pensato di rimediare asfaltandolo, visto che è percorso di frequente dagli automezzi per passare da una parte all’altra la Vena Mazzarini, lungo via Anita Garibaldi.

I residenti dicono che la situazione è già già da un bel pezzo insopportabile, visto che il disagio persiste ogni ora del giorno e della notte. «Quando passano mezzi pesanti - riferiscono - si sentono ogni volta boati che fanno sobbalzare chi vive in zona. E comunque il rumore è fastidioso anche tutte le volte che il ponte viene attraversato da auto che vanno un po’ più veloci di un uomo che pedali su una bicicletta». La richiesta è quella di «asfaltare il ponte, considerato l’uso che ne viene fatto. Altrimenti quegli sbattimenti assordanti non smetteranno mai. Li udiremo sempre. In alternativa, si dovrebbe fare passare solo pedoni e ciclisti; neppure gli scooter. Speriamo che vengano adottate al più presto quelle soluzioni finora annunciate ma sempre rimandate».

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