Pellegrino e solitario per 1.190 chilometri

Rimini

CESENA. «Il vero pellegrino è colui che si mette in cammino e si affida alla divina Provvidenza. Ed è quello che io ho fatto. Mi sono affidato alla divina Provvidenza». Esordisce così il suo racconto Giovanni, detto Vanni, Milandri 69anni di Cesena appena tornato dal suo ultimo pellegrinaggio svoltosi fino ad agosto.

Trekking religioso lui lo chiama ed infatti si tratta di ripercorre le antiche strade che i pellegrini compivano verso Santiago di Compostela, Roma, il santuario di Notre Dame di Le Puy en Velay. Cammini che Milandri ha percorso tutti a piedi, con zaino in spalla ed accompagnate da un diario di viaggio ed un angelo protettore “che è mia madre Rina Stagnani”.

Dal 2005 ad oggi il cammino di Giovanni Milandri ha visto percorsi ben 4.600 chilometri, di cui 1.190 solo quest’anno nel suo ultimo pellegrinaggio, di 43 giorni, che lo ha visto partire il 18 giugno da Mont Saint Michel in Francia ed arrivare al primo agosto al santuario di Le Puy, da dove inizia anche una della quattro grandi vie storiche medievali del pellegrinaggio verso Santiago di Compostela. Altro cammino che Vanni ha già fatto ben 4 volte, compresa la cosiddetta via Podeinsis, fatta ben due volte. Un precorso che unisce Francia, Spagna e Portogallo. «Quest’anno il mio percorso partiva da Mont Saint Michel, seguendo il cammino Miquelot di oltre 500 chilometri verso Parigi e poi fino a Le Puy en Velay. Ho seguito tre guide specifiche, il Gr22, il Gr13 ed il Gr3. Le motivazioni che mi hanno spinto ad intraprendere questo pellegrinaggio sono state fondamentalmente due: quest’anno cade l’anno giubilare del cammino di Le Puy, che secondo tradizione fu compito dal vescovo Gotesalc nel 950 dopo l’apparizione della Madonna e che per ringraziamento compì un pellegrinaggio a Santiago di Compostela dove era stato scoperto il sepolcro dell’apostolo Giacomo. Fin dal 1407 a Notre Dame di Le Puy viene celebrato un giubileo eccezionale, nei rari anni in cui il Venerdì Santo coincide con al data dell’Annunciazione e la coincidenza del giubileo ha luogo solo due, tre volte per secolo e l’ultima volta è stato il 2005. Dopo il 2016 si arriverà al 2157 ed ecco perché io l’ho voluto fare quest’anno.

L’altra motivazione è che camminando da Mont Saint Michelle fino a S. Jeant Pied de Port ho percorso l’intero tracciato del cammino dal Portogallo, passando per la Spagna, fino in Francia, ben 4.600 chilometri, perché nel 2008 avevo anche fatto Lisbona, Santiago e Lourdes».

Una grande calma e determinazione si legge infatti sul viso di Vanni, che da sempre è stato appassionato di marcia, podistica e trekking, partecipando fin dalla prima edizione del 1974 anche alla podistica di S. Giovanni, l’unico ad aver partecipato a tutte e 44 le edizioni. Ma nel suo passaporto del pellegrino, “la credenziale”, non mancano, oltre alle storiche vie medievali, anche percorsi moderni come la maratona di New York, che ha fatto ben due volte, quella di Los Angeles ed altre in capitali europee. Ma come ammette lui stesso il cammino di quest’anno è stato molto duro, non solo fisicamente ma anche mentalmente. «In Spagna e Portogallo avevo sempre incontrato altri pellegrini, ma quest’anno è stato in solitaria. Su 1.190 chilometri solo 40 li ho fatti accompagnato. Il camminare da solo è un grande lavaggio mentale e nel camminare da solo ci si affida anche alla preghiera ed il motore che ti spinge dentro a metterti le scarpette ed uscire di casa non è solo il benessere fisico, la salute. A me piace essere in solitudine, senza però fare l‘eremita. Inoltre non pensavo che questo cammino fosse così turistico. Hanno portato via l’essenza del pellegrinaggio, si doveva prenotare tutto ed anche per il mangiare è stata dura, perché non c’è assistenza pellegrina. Una notte ho anche dormito per terra, in un atrio di una chiesa protestante. Ma nel cammino si trova di tutto, da una targa d’automobile, ad un portafoglio ad un banchetti vero e proprio. Una sera io ed un altro pellegrino francese avevamo tre salsicce in due ed arrivati ad Athez un cavaliere e sua moglie ci hanno offerto dall’aperitivo al dessert».

Dopo questo viaggio Milandri confessa di volersi fermare per un po’, di volersi ricaricare. «Avevo detto che averi intrapreso la via Romea germanica e prima o poi la farò. Ma ora mi manca lo zaino, che dopo 11 anni si è rotto, ho consumato le scarpe e non lo dico solo metaforicamente, ma la fine di un cammino è sempre l’inizio di uno nuovo. Quindi vedremo».

Serena Dellamore

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