Vendite natalizie: qualche sorriso in più
«Certamente non sarà ricordato dai commercianti come un grande Natale - è il commento di Graziano Gozi, direttore dell’associazione di categoria - ma viste le premesse i dati avrebbero potuto essere più preoccupanti. Ad inizio dicembre gli incassi erano stati molto negativi, mentre a ridosso delle festività c’è stato un buon recupero». In particolare, negli ultimi giorni della settimana prenatalizia è arrivata una boccata d’ossigeno per diversi esercenti: il 59 per cento degli interpellati ha segnalato un’impennata di acquisti in questo breve ma intenso arco di tempo.
Così, rispetto all’analogo studio effettuato dodici mesi prima, è salita dal 10 al 21 per cento la quota di chi ha dichiarato vendite in crescita, mentre è calata dal 49 al 27 per cento la percentuale dei commercianti a cui le cose sono andate di male in peggio. Per chi ha avuto riscontri positivi la spiegazione è semplice: il 52 per cento di loro ritiene che niente potrà mai fare venire meno le compere durante le feste natalizie. L’81 per cento di chi invece ha chiuso i conti in rosso attribuisce invece la colpa del fallimento al peggioramento della situazione economica.
Il presidente della Confesercenti Cesenate, Armando Casabianca, analizza l’andamento non uniforme che è stato rilevato nei diversi comparti: «Il migliore risultato è stato ottenuto nel comparto alimentare, con particolare interesse per i prodotti tipici del territorio. Un fenomeno correlato ai tradizionali cenoni, ma anche alla scelta di scegliere come regalo cesti e pacchi pieni di alimenti di qualità. Buona anche la presenza nei ristoranti.
Casabianca, facendo il punto sull’andamento del commercio nel corso di tutto il 2013, non nasconde che la situazione resta di grande difficoltà: «Ai problemi economici oggettivi di tante famiglie si associa un carico fiscale sulle imprese spropositato. Poi incide anche la componente psicologica: le preoccupazioni legate alla stabilità delle condizioni di lavoro in numerose famiglie inducono a ridurre i consumi. Il pagamento dell’Imu e della Tares nel periodo natalizio, inoltre, ha condizionato l’atteggiamento di molti consumatori».
Ora tutti gli occhi sono già puntati sui saldi di fine stagione, che inizieranno il 4 gennaio. Anche se - ammette Casabianca - «sono sempre più numerose le attività commerciali che hanno avviato operazioni promozionali già prima del Natale».