Cassa integrazione: profondo rosso Siamo tra le province peggiori in Italia
CESENA. Che il nostro territorio sia in forte difficoltà non è un segreto per nessuno.
Ma i dati sulla cassa integrazione testimoniano che la situazione è forse più pesante di quella che immaginiamo. Lo studio della Uil fornisce dati impietosi: nel 2013 siamo stati la seconda peggior provincia d’Italia in merito alle ore di cassa integrazione (il confronto è con l’anno precedente) in deroga (ha fatto peggio solo Benevento) e la settima, sempre in Italia, per l’aumento di ore di cassa integrazione in generale. C’è da dire che nell’ultimo mese dell’anno c’è stato un crollo delle ore autorizzate, ma, secondo gli esperti, la causa sia da ricercare nel licenziamento.
In provincia di Forlì Cesena nel 2013 sono state autorizzate 10 milioni e 533.097 ore, il 29,2 per cento in più rispetto all’anno precedente. Nel 2012 erano state otto milioni e 151.783. In Italia hanno fatto peggio, nell’ordine: L’Aquila, Savona, Ancona, Agrigento, Pisa e Parma. In Romagna Rimini ha chiuso con nove milioni 37.647 di ore (meno 1,6) e Ravenna sei milioni e 673.196 ore (+ 14,8 per cento). Le notizie peggiori arrivano dalla cig in deroga. Quella che riguarda le piccole imprese e il commercio. Concesse cinque milioni e 462.711 ore (più 65,2 per cento). In dicembre la cig in deroga è crollata. Autorizzate 331.201 ore il 95,8 per cento in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e il 99,7 per cento in meno rispetto a novembre 2013. Bisogna però evitare i voli pindarici. Gli analisti ritengono che il calo sia da addebitare al fatto che è scaduto il periodo di cig. Il problema è che la stragrande maggioranza dei dipendenti non è stato riassorbito.
La cassa integrazione in deroga è il vero profondo rosso. A testimonianza che a soffrire sono le piccole imprese. Le altre formule (quelle tradizionali) segnalano una situazione più o meno stabile. Nel 2013 la somma fra le ore di cig ordinaria e straordinaria (sono vasi comunicanti, quindi facce della stessa medaglia) è di cinque milioni 70.386 ore contro i quattro milioni 844.522 del 2012. Un aumento inferiore al cinque per cento che, con i tempi che corrono, è da considerare buono.