Libertà di stampa ogni giorno

Rimini

La lettera inviata dalla nostra redazione ieri alla Presidenza del consiglio comunale imolese

Gentile presidente del Consiglio comunale Paola Lanzon, nel ringraziarla per l’invito da lei porto alla stampa locale e anche al nostro giornale in occasione del Consiglio straordinario, siamo a comunicare la rinuncia al posto riservato al Corriere Romagna fra le autorità. Il nostro posto d’onore lo abbiamo già ed è quello che occupiamo ogni volta che seguiamo un consiglio comunale dai tavoli della stampa o fra le sedie del pubblico per rendere conto sul nostro giornale, ai cittadini lettori che ci accordano ancora la loro fiducia, peraltro crescente, quello che accade in aula e in città. E’ quello il posto d’onore in cui siederemo domani (oggi,ndr) e che vorremmo occupare anche in futuro, avendo il diritto e il privilegio di continuare a fare il nostro mestiere nel miglior modo possibile. Perché questo accada, l’interesse per la libertà di stampa e di espressione risvegliato oggi dai tragici fatti di Parigi, occorre che sia vivo ogni giorno nella nostra coscienza di giornalisti e in quella dei cittadini lettori, affinché soprattutto questi ultimi considerino sempre più irrinunciabile il diritto ad essere informati.

In questo momento nel nostro Paese ci sono due temi urgenti che preoccupano noi giornalisti e i nostri editori (categorie che in alcuni casi coincidono, come in quello del nostro Corriere Romagna che è una cooperativa editoriale dove i giornalisti sono editori di se stessi dal 1993).

I temi urgenti in questione sono l’azzeramento improvviso del fondo per i contributi pubblici all’editoria deciso a fine anno 2014 dal Governo in carica già per l’anno di bilancio appena chiuso e che ha quindi costretto alla chiusura già molte testate, con un evidente impoverimento delle voci libere che fin qui avevano raccontato soprattutto i territori. L’altro tema è il disegno di legge sulla diffamazione attualmente all’esame della Commissione Giustizia alla Camera che fra le altre novità, abolendo il carcere per i giornalisti, introduce però multe salatissime il che consentirà solo a testate con molti fondi da impiegare in cause giudiziarie e avvocati di continuare a scrivere davvero liberamente. Non è un caso che il giurista e accademico Stefano Rodotà abbia già definito questo disegno di legge «pericoloso per la democrazia», democrazia che in larga parte dipende proprio dalla pluralità e libertà di informazione.

 

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