Più democrazia per uscire dalla crisi

Rimini

Crisi economica. Disoccupazione. Corruzione. Tagli al sistema sociale. Criminalità organizzata e non. Questi e altri guai che rovinano la nostra giornata potrebbero ridurre il loro effetto sulla nostra vita se solo si pensasse a risolvere il problema dei problemi, e cioè il deficit di democrazia della nostra società.  Fino a quando i candidati alle elezioni non saranno scelti dagli elettori di questo o quel partito, di questo o quel movimento, i cittadini saranno chiamati a scegliere fra gente imposta dall'alto che non può far nascere alcun rapporto fiduciario fra elettore ed eletto. Sì, quando va bene ci può stare un breve idillio. Ma ai primi problemi ritorna il distacco. Ritorna il “tanto sono tutti uguali”, ingrediente base dell'astensionismo.

Se da noi le primarie fossero una cosa seria, a ogni elezione potremmo contare su candidati selezionati, in grado non solo di intercettare i bisogni della gente, ma anche di responsabilizzare gli elettori. Se un sindaco o un parlamentare viene eletto dopo che io l'ho scelto attraverso incontri di base e primarie, mi sento anche un po' responsabile di quel che fa o non fa. Se mi viene imposto dall'alto... beh si arrangi lui a risolvere i tanti guai che oggi ci affliggono e non mi chieda sacrifici!

Il modo di gestire certe primarie del Pd (quando vengono fatte...), le decisioni dall'alto del Movimento 5 Stelle (che a Rimini e Ravenna non si presenterà) o il cesarismo di altri pseudo partiti sono la dimostrazione di quanto sia ancora ampio il solco fra cittadini ed eletti. Finché questo solco resterà tale possiamo scordarci la soluzione di ogni altro problema.

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