Il viaggio del capitano Joshua Slocum sulla rotta dell’infinito

Rimini

RIMINI. Un marinaio quasi a fine carriera. Il relitto di una barca costruita cent’anni prima e offerta in regalo da un conoscente. Mestiere, ingegno, tenacia, quasi due anni di lavoro e la voglia di riprendere il largo, di superare l’orizzonte con la prua verso l’infinito. Ecco le premesse del lungo viaggio di Joshua Slocum, personaggio non molto conosciuto in Italia, un marinaio che però ha fatto la storia della navigazione. Parliamo infatti di un uomo che a 51 anni (nell’aprile del 1895) parte da Boston per effettuare il primo giro del mondo in solitario in barca a vela. Senza motore, senza radio, senza gps, senza carte elettroniche... persino senza sapere nuotare. Un’impresa durata poco più di tre anni e raccontata nello stile asciutto ed essenziale del giornale di bordo ma in maniera sapientemente gradevole: l’Atlantico, Gibilterra, la costa del Sudamerica, lo Stretto di Magellano, l’attacco degli indigeni, la scoperta delle isole del Pacifico, 72 giorni di mare senza scalo, l’Australia, il Mar dei Coralli, Mauritius, il Sudafrica, Sant’Elena... Incontri, avventure, sorprese vissute a bordo del suo Spray...

Un’opera in divenire

L’attore e regista riminese Gianluca Reggiani si è imbattuto quasi per caso nel racconto di Slocum e ha deciso di far salire a bordo di questo viaggio anche il suo pubblico. Così è nato un monologo nel quale Reggiani legge e commenta i passi del libro. Uno spettacolo già presentato a Cesenatico a metà agosto e che sarà proposto al pubblico della Festa de’ Borg di Rimini, a San Giuliano domenica 2 settembre, alle 18.30 in piazzetta Gabena.

“Solo, intorno all’infinito”, il titolo del lavoro di Reggiani. Un lavoro che vuole essere un’opera in divenire, tanto è ricco di spunti il libro del navigatore americano che sarebbe un peccato precludere nuovi futuri orizzonti. “Solo, intorno al mondo”, il titolo del libro di Slocum che, per Reggiani, anche nel suo stile sobrio, non tralascia considerazioni che lo rendono attuale, per certi versi molto avanti rispetto all’epoca in cui viene scritto.

La poesia di Leopardi

«Il mio punto di partenza narrativo», spiega Reggiani, «è la poesia di Giacomo Leopardi, la relazione tra mare e infinito. Tonino Guerra diceva che quando guardi il mare l’enormità dell’orizzonte arriva fino alle orecchie... e così ci nutriamo di infinito. Mi sono chiesto: ma quanta fame di infinito deve avere uno che alla fine dell’Ottocento parte con una barca per circumnavigare il mondo?»

Una fame che accompagnerà il nostro viaggiatore del mare anche dopo l’impresa del giro del mondo visto che nel 1909, a 65 anni, dopo essere partito per una navigazione verso le Indie Occidentali non darà più notizie di sé, molto probabilmente ingoiato dal mare, forse da una tempesta. «Il modo migliore forse in cui può finire una storia come la sua», sottolinea il regista-attore riminese, rievocando il finale dell’Infinito di Leopardi: “E il naufragar m’è dolce in questo mare”.

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