Morciano. Fabio, in sedia a rotelle, a 54 anni trionfa nella scherma

Rimini

Affrontare la vita con caparbia determinazione, cercando sempre nuovi stimoli e nuove sfide, anche quando si è costretti ad utilizzare una sedia a rotelle. È quello che da sempre fa il morcianese Fabio Avanzolini, prima denunciando le discriminazioni subite dai diversamente abili e, più recentemente, attraverso lo sport.

«Dopo l’esperienza del lockdown – racconta Avanzolini – avevo la necessità di provare qualcosa che mi facesse stare bene a livello psico-fisico e mi aiutasse a scaricare la tensione. Mi sono rivolto al Comitato paralimpico per sapere quale sport potessi fare in quel momento in Valconca. Non essendoci nulla, mi hanno invitato a provare la scherma, al Circolo della Spada di Rimini. Ho fatto qualche lezione di prova, mi sono divertito ed appassionato, così ho continuato. Solo successivamente ho deciso di partecipare alle gare, ma ora ho fatto anche un corso come tecnico delle armi».

Alla prova con se stesso

Le gare rappresentano una sfida con i propri avversari ma, soprattutto, con se stessi e, recentemente, in occasione della seconda prova nazionale paralimpica di scherma svoltasi a Busto Arsizio, è arrivato anche il primo podio. Avanzolini, infatti ha conquistato un meritato bronzo. Della squadra, hanno avuto lusinghieri risultati anche Arianna Palmieri, seconda classificata e Sara Valenti terza classificata, entrambe nella spada femminile.

«Andare sul podio a 54 anni è un bel risultato per un vecchietto – scherza Avanzolini –. Naturalmente è stato bellissimo, perché molti dei miei avversari potevano essere miei figli vista la loro giovane età, ma bellissimo anche perché alle gare mi diverto sempre tantissimo, indipendentemente dal risultato, e stavolta che ho ottenuto un buon piazzamento».

«Mi sono divertito ancora di più ma io – termina – affronto le gare sempre con uno spirito goliardico. Quello della scherma è uno sport ancora molto pulito e inclusivo, tanto è vero che mi cimento anche con i ragazzi che non sono in sedia a rotelle. Invito alle persone disabili e non disabili a provarlo perché è uno sport bellissimo».

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