Mense scolastiche di Rimini: aumenti del 28%. La vice sindaca Bellini: «Necessario garantire i servizi ai bambini disabili»

RIMINI. Aumenti per le mense scolastiche sino al 28% ma dal municipio mettono le mani avanti: «Adeguamenti solidali per tutelare gli allievi con disabilità». A meno di due settimane dal ritorno sui banchi, quanto costerà ai riminesi far mangiare un figlio a scuola? Di più. I numeri parlano chiaro e il ritocco varrà sia per la scuola d’infanzia che per la primaria ma, come rimarcano da Palazzo Garampi, c’è da osservare «e non è un dettaglio» che la rimodulazione dei prezzi non ha l’obiettivo di far cassa, ma è volta a garantire «servizi essenziali agli allievi con disabilità come, ad esempio, il supporto degli educatori».
Lavagna alla mano, per la fascia Isee inferiore a 15mila euro annui, il costo di un pasto per l’anno scolastico 2025/2026 passa da 5,30 euro a 5,50 (+3,8%); da 5,30 a 5,70 (+7,5%) per la fascia da 15mila a 20mila; da 5,30 a 6 (13%) per il target da 20mila a 25mila; da 5,30 a 6,80 (+28%) se l’Isee va da 25mila a 35mila; da 6,92 a 8 euro (+15,6%) per le fasce superiori a 35mila o per chi non presenta la dichiarazione Isee.
«Era da 13 anni – spiega Chiara Bellini, vicesindaca con delega alle politiche educative – che non aumentavamo le tariffe dei pasti mentre sono lievitati i costi anche del personale di cui abbiamo giustamente migliorato salari e qualità del lavoro. Intanto l’aumento di certificazioni riguardo alla disabilità quest’anno risulta dell’8% Quindi questi adeguamenti per noi sono solidali».