Rimini. Maxi resort, studentato e hotel Fiera: «Così investiamo decine di milioni»

Rimini

Maxi resort, Sheraton e studentato: pioggia di milioni di euro nel settore della ricezione, e non solo. Se da un lato l’imprenditoria turistica riminese sembra, in gran parte, ferma al palo, bloccata negli investimenti, dall’altro c’è chi investe, e anche tanto, sull’oro azzurro che, tra mare, sole, spiagge, ma anche arte, cultura, fiere e congressi, rappresenta la vera ricchezza della Riviera. Parliamo dell’immobiliarista riminese, Gianni Ottoboni, pronto a dar vita, nei prossimi quattro mesi, ad uno dei progetti privati più ambiziosi e costosi dell’ultimo decennio: un resort, al confine tra Igea Marina e Torre Pedrera, proprio all’interno della maxi area nota come “Il mare d’inverno”, 70 mila metri quadrati di superficie fronte mare, ricompresa tra le cinque ex colonie Fiat, l’ex camping Castellabate, le due ex colonie Leonessa e le due spiagge di proprietà antistanti, che l’imprenditore ha acquisito all’asta, nel marzo 2023, per 1,5 milioni di euro. Ma non solo. Perché nella sua agenda Ottoboni ha anche segnato «la riapertura, entro l’anno, dell’ex hotel Fiera, sotto il brand Sheraton» e la costruzione «per giugno 2026, visto che ci sono di mezzo i fondi del Pnrr, di uno studentato a Bellariva». Il tutto per un mega investimento di oltre 60 milioni: «50 milioni per il resort - sottolinea Ottoboni -, 8 milioni per riqualificare l’ex hotel Fiera e altri 4,5 milioni per lo studentato».

Ma andiamo per ordine. Spiega l’immobiliarista: «Quello del resort è il mio fiore all’occhiello. Per la copertura dell’investimento sono in cerca di una partnership con importanti gruppi turistici operanti nel settore del luxury. Intanto, tra ottobre e novembre incontrerò il sindaco di Bellaria-Igea Marina, Filippo Giorgetti, al quale presenterò il progetto rivisto e rimodernato da un team di architetti, dove, al posto dei bungalow, previsti in un primo momento, realizzeremo 300 suite a 5 stelle e al posto delle piscine una maxi laguna che si espanderà per l’intera superficie. Oltre naturalmente ad aree dedicate alla ristorazione, al supermarket, a spazi di sosta interni, e, naturalmente, a parcheggi e altri servizi pubblici che potranno soddisfare le eventuali richieste del Comune da inserire in convenzione. Il tutto in ambito green, dove a farla da padrone sarà il fotovoltaico».

E se il resort brillerà per la sua suggestiva e totale “vista mare”, il nuovo albergo “Sheraton” splenderà per la sua “vista fiera”. «Ma attenzione - precisa Ottoboni -. Perché se è vero che col gruppo Amapa, importante società romana che, con almeno una trentina di strutture ricettive stellate, opera in Italia da ormai qualche decennio nel settore del turismo di qualità, la gestione sarà diretta, è altrettanto vero che attraverso una supervisione dietro c’è il gruppo “Marriot”, uno dei colossi internazionali in ambito alberghiero. E che, attraverso loro, l’albergo potrà calamitare, oltre ad una clientela business, quella della fiera, anche un’utenza colta e internazionale appassionata di arte, ambiente ed enogastronomia. E il potenziamento dei collegamenti aerei al Fellini attraverso scali importanti come Londra Heathrow e Barcellona funge da garanzia». Settemila metri quadrati di immobile, 120 stanze, un parcheggio interrato con 80 posti auto, un ristorante e una spa, l’ex hotel Fiera, futuro Sheraton, avrebbe dovuto aprire i battenti già a giugno. «Ma determinati accorgimenti voluti dai nostri partner, in particolare sugli arredamenti, hanno fatto slittare l’apertura di qualche mese - puntualizza l’immobiliarista riminese -. Non si andrà, comunque, oltre dicembre 2025 e saranno assunte oltre 20 persone tra camerieri, personale di cucina e impiegati alla reception».

Ma tra vacanze balneari in resort luxury e il turismo destagionalizzato all’insegna dell’arte, della cultura, delle fiere e dei congressi, non bisogna dimenticare l’Università di Rimini, la crescita d’iscrizioni registrata in questi ultimi anni, e la necessità impellente di disporre di camere dove poter ospitare gli studenti. «Per questo - incalza Ottoboni - abbiamo pensato di costruire uno studentato di almeno 50-60 camere singole e doppie, per almeno un centinaio di giovani universitari. E, così, una volta acquistato l’ex hotel Costa d’oro, a Bellariva, una di quelle strutture chiuse e dismesse, abbiamo deciso di trasformarlo in un moderno studentato. Che sarà pronto entro il prossimo anno, visto che usufruendoper almeno metà dell’investimento di fondi Pnrr, abbiamo l’obbligo, pena la loro perdita, di terminare i lavori a giugno 2026».

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