Mareggiate in Romagna, Legacoop: “Dieci milioni di danni alle imprese associate, chiediamo un incontro alla Regione”

Legacoop Romagna stima in circa dieci milioni di euro l’impatto delle mareggiate di domenica sulle imprese associate che operano sugli arenili. I danni più gravi sono stati registrati dalle cooperative tra stabilimenti balneari lungo tutta la riviera, ma la conta precisa dei guasti è ancora in corso. Il mare è arrivato fin dentro le strutture, e in diversi punti anche dentro agli abitati. Le cooperative della pesca della costa adriatica, da Cattolica a Cervia, passando per Rimini, Bellaria, Cesenatico, sono invece riuscite a mettere in sicurezza le imbarcazioni, evitando così le ingiurie del clima.

Le conseguenze della mareggiata si ripercuoteranno in maniera significativa anche sulla prossima stagione turistica: episodi di maltempo così intenso, a fine estate, compromettono la possibilità di prolungare le attività in spiaggia. Occorrerà valutare anche le tempistiche per la realizzazione della duna invernale di protezione, che viene eretta tradizionalmente a metà ottobre.

Legacoop domanda ora un incontro urgente alla Regione Emilia-Romagna per riprendere il confronto e condividere la strategia sul tema dell’erosione costiera.

«È necessario – dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi – fare il punto sugli interventi e sulle politiche di difesa della costa. Il tema dell’erosione è fondamentale: occorre riprendere con decisione il confronto, aggiornare gli studi e individuare le soluzioni più efficaci, per garantire finanziamenti adeguati per la protezione della costa e la salvaguardia delle attività economiche e turistiche della Riviera».

«Il violento episodio meteorologico e la mareggiata che hanno colpito la costa romagnola nella giornata di ieri – dicono i responsabili del settore balneare di Legacoop Romagna, Stefano Patrizi e Giorgia Gianni – rappresentano un fenomeno climatico anomalo per dimensioni e periodo di manifestazione: normalmente, mareggiate di questa portata si verificavano più avanti nell’autunno o in inverno, mentre oggi ci troviamo a fare i conti con un clima sempre più imprevedibile ed estremo, che impatta sempre di più anche sull’erosione della spiaggia, gestione delle attività balneari, sugli abitati costieri, sulle zone naturali e sulla tenuta delle coste»

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