Legambiente: «L’eolico in Valmarecchia va fatto»

Rimini
  • 30 aprile 2025

ROMONI. L’eolico a Badia Tedalda in zona Valmarecchia, a cavallo tra la provincia di Arezzo e quella di Rimini, va fatto e i veti dell’Emilia-Romagna sul progetto della Toscana devono essere superati. Lo dicono i comitati regionali di Emilia-Romagna e Toscana di Legambiente che, hanno scritto alle Regioni, per chiedere un incontro chiarificatore, vista la contrarietà emiliano-romagnola sul progetto. “Le fonti rinnovabili sono strumento essenziale per mitigare gli effetti di una crisi climatica che ha già colpito pesantemente i nostri territori”, insiste l’associazione ambientalista, chiedendo di “sbloccare al più presto la situazione”, con “leggi coraggiose e piani lungimiranti per arrivare a emissioni zero, non ostacoli agli impianti a fonti rinnovabili”. La richiesta dell’Emilia-Romagna alla Toscana di sospendere l’iter di approvazione del provvedimento autorizzatorio per l’impianto Badia del Vento “suona a dir poco stonata”, in uno scenario “drammatico sia per quanto riguarda gli approvvigionamenti energetici nazionali, sia per gli impatti della crisi climatica sui nostri territori”, rimarca. Le due regioni sono “tra le più colpite dagli effetti del cambiamento climatico negli ultimi anni”, fanno notare gli ambientalisti ricordando le alluvioni e gli episodi di forte maltempo. Insomma, “non mancano le motivazioni a sostegno del processo di transizione ecologica nei nostri territori, una transizione che trova il suo fulcro nella conversione del sistema energetico verso un modello con minori consumi, azzeramento delle emissioni climalteranti e produzione di energia interamente da fonti rinnovabili”, proseguono Stefano Ciafani, Fausto Ferruzza e Davide Ferraresi, rispettivamente presidenti nazionale e dei due comitati regionali di Legambiente.

Se il processo “è complesso”, proprio per questo “deve trovare il sostegno responsabile da parte delle istituzioni e di ogni singolo rappresentante politico”. E invece sull’impianto pesa “la richiesta di sospensione da parte della Regione Emilia-Romagna nei confronti del procedimento autorizzativo in corso in Regione Toscana” con ragioni paesaggistiche e preoccupazioni per gli impatti sull’avifauna. Ora, pur “consapevoli del fatto che gli impianti eolici portino un mutamento del paesaggio”, quelli di Legambiente chiedono di “evitare di nascondere la testa sotto la sabbia”, dato che “il cambiamento climatico ha già devastato l’Appennino tosco-romagnolo e c’è il rischio elevato che questi fenomeni si ripetano”. La transizione energetica “fatta bene richiede un mix equilibrato di fonti, in cui eolico, fotovoltaico e agrivoltaico svolgono un ruolo essenziale e complementare”, torna a dire. “Bloccare quindi l’eolico sull’Appennino, anche quando gli impianti sono progettati correttamente e collocati nei pochi punti in cui la disponibilità di vento è adeguata, è incomprensibile”. Legambiente auspica quindi “un chiarimento e chiede un incontro alle due Regioni per chiarire quale sia la traiettoria della transizione energetica per un territorio così fortemente colpito dagli eventi climatici estremi”.

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