Cocaina e sesso a pagamento. Se l’erano spassata, al Lady Godiva, fino a quando la polizia non è piombata nel locale spegnendo le luci e svelando tutti gli “altarini” che si celavano all’ombra del Grand hotel, ignaro di tutto e da sempre estraneo alle indagini. Soprannominata “inchiesta privé” dal luogo in cui avvenivano gli incontri sessuali, quell’indagine iniziata addirittura nel 2016 aveva portato all’esecuzione di 19 misure cautelari, emesse dal gip Vinicio Cantarini. In 8 erano finiti in carcere, 4 ai domiciliari e 7 avevano avuto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Allora correva l’anno 2018 e oggi, oltre sei anni dopo, si sta definendo la prima parte del processo. Lo scorso giovedì, in udienza preliminare, il giudice Raffaele De Florio ha messo la parola fine, pronunciando una condanna a 2 anni e 8 mesi, oltre a 3mila euro di multa, per Rodolfo Luciani, 78 anni di Comacchio, a processo (in rito abbreviato) per sfruttamento della prostituzione. Colui che, secondo le indagini condotte dal pubblico ministero Davide Ercolani, fungeva da procacciatore, “collaborando” con un altro degli indagati, la cui richiesta di patteggiamento è stata ufficialmente accolta dal gip, che ha ratificato i 3 anni e 3 mesi di pena concordati col pm, con 2mila euro di multa. Si tratta del rampollo riminese Filippo Catrani, ex legale rappresentante e uno dei gestori del night club. Oltre a Catrani, ha patteggiato la pena (un anno e dieci mesi) anche Adriano Succi, 61 anni, che all’epoca era incaricato del controllo delle prestazioni all’interno dei “privè“.