Lady Godiva, sesso a pagamento e cocaina: le prime condanne

Rimini
  • 25 novembre 2024

Cocaina e sesso a pagamento. Se l’erano spassata, al Lady Godiva, fino a quando la polizia non è piombata nel locale spegnendo le luci e svelando tutti gli “altarini” che si celavano all’ombra del Grand hotel, ignaro di tutto e da sempre estraneo alle indagini. Soprannominata “inchiesta privé” dal luogo in cui avvenivano gli incontri sessuali, quell’indagine iniziata addirittura nel 2016 aveva portato all’esecuzione di 19 misure cautelari, emesse dal gip Vinicio Cantarini. In 8 erano finiti in carcere, 4 ai domiciliari e 7 avevano avuto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Allora correva l’anno 2018 e oggi, oltre sei anni dopo, si sta definendo la prima parte del processo. Lo scorso giovedì, in udienza preliminare, il giudice Raffaele De Florio ha messo la parola fine, pronunciando una condanna a 2 anni e 8 mesi, oltre a 3mila euro di multa, per Rodolfo Luciani, 78 anni di Comacchio, a processo (in rito abbreviato) per sfruttamento della prostituzione. Colui che, secondo le indagini condotte dal pubblico ministero Davide Ercolani, fungeva da procacciatore, “collaborando” con un altro degli indagati, la cui richiesta di patteggiamento è stata ufficialmente accolta dal gip, che ha ratificato i 3 anni e 3 mesi di pena concordati col pm, con 2mila euro di multa. Si tratta del rampollo riminese Filippo Catrani, ex legale rappresentante e uno dei gestori del night club. Oltre a Catrani, ha patteggiato la pena (un anno e dieci mesi) anche Adriano Succi, 61 anni, che all’epoca era incaricato del controllo delle prestazioni all’interno dei “privè“.

Il modus operandi

Secondo le indagini della polizia, Catrani e Succi (insieme ad altri soggetti) organizzavano anche gli incontri, ricevendo grande parte dei proventi riscossi dalle prostitute, fornendo a queste ultime le istruzioni sul tipo di prestazioni da fornire, sul come comportarsi con i clienti e come riscuotere il denaro. Su dieci minuti nella stanza appartata, i clienti pagavano 50 euro di cui 30 andavano al locale e 20 alla ragazza. Le ballerina a fine turno consegnava la parte pattuita dell’incasso.

Il processo e la “grazia”

Rinviati a giudizio, invece, due dei cittadini albanesi risultati coinvolti nell’”affare”: uno di questi dovrà rispondere per spaccio di droga, mentre l’altro di sfruttamento della prostituzione.

Col rito ordinario verrà giudicata anche la posizione di un riminese accusato di aver rapinato un orologio Bulgari d’oro a un noto avvocato nel 2017. Rapina che venne smascherata proprio nel corso delle indagini sul night club di Marina centro.

Si è chiusa con la prescrizione invece la posizione di Alessandro Angelo De Gregorio (anche lui giudicato in abbreviato), che era accusato di spacciare la cocaina all’interno del locale.

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