La ristoratrice: da Rimini a Marbella, così ho avuto successo con il mio locale

Clint Eastwood e Madonna ma anche calciatori di fama internazionale. Sono soltanto alcuni dei clienti che frequentano il ristorante Gold Puerto Banús, che sorge presso uno dei porti di Marbella, più noto come “la Saint Tropez della Spagna”. A ricostruirne il percorso commentando la bacheca del locale, traboccante di foto di clienti vip con tanto di autografo, è la proprietaria assieme alla cerchia dei familiari più stretti, la riccionese Lara Conti Tasini.
Lara, da quanto tempo con la sua famiglia si è trasferita nella penisola iberica?
«I veri pionieri, nel 2004, sono stati mia madre, Luigina Tasini, approdata in Spagna dopo il divorzio da mio padre che era un albergatore della Riviera e mio zio Angelo, nato professionalmente come barman in Germania. Ma non è tutto: prima di intraprendere quest’avventura, la mia famiglia produceva anche accessori per ditte quali, ad esempio, El Charro».
Quali nazionalità prevalgono ora nella clientela?
«In estate arrivano sia molti scandinavi che arabi provenienti da Kuwait o Dubai».
Su quali pilastri si basa la vostra cucina?
«Oltre alle tipicità romagnole, in primis le tagliatelle che serviamo al tavolo dentro una forma di Parmigiano da cui si sprigiona il profumo del tartufo, siamo apprezzati per un mix tra sperimentazione e tradizioni che convince palati di ogni dove».
Come è cambiata nel tempo questo spicchio della Spagna?
«Al nostro arrivo, questo luogo era ancora una nicchia sconosciuta dell’Andalusia. Ora il suo fascino è stato sdoganato e da otto anni organizziamo anche show dinner all’insegna della musica internazionale».
Qualche numero, inclusa una carrellata sul personale?
«Contiamo dieci-quindici dipendenti per l’alta stagione (quindi a Natale e in estate) e 5 per il resto dell’anno. Non è facile, tuttavia, trovare lavoratori locali mentre lo Stato non permette agli stranieri di ottenere il permesso di lavoro prima dei tre anni dal loro arrivo. Quanto ai coperti, sono un’ottantina, tutti dislocati sulla terrazza esterna».
Punti di forza del ristorante?
«Una vista mare mozzafiato su due continenti e tre paesi: Spagna, Gibilterra e Marocco. La cartolina è incorniciata dalle montagne de La Concha che si ergono sopra Marbella. Oltre alla bellezza, queste alture garantiscono un inverno che ha lo splendore dell’estate grazie a temperature sui 20 gradi».
Tornereste mai indietro?
«Stiamo benissimo in Spagna grazie a clienti così affezionati da prendere l’aereo per festeggiare assieme i nostri primi 20 anni. Le tasse poi sono al 25%, i servizi, dalla sanità all’istruzione, restano impeccabili e persino i taxi hanno costi ragionevoli. La nostra è una zona costellata da negozi di lusso dove non mancano i colpi di scena. Si vocifera, per esempio, che verrà a vivere a Marbella l’attore statunitense Richard Gere e che sportivi famosi, come Ronaldo e Nadal apriranno un locale. Ma questo è anche il paradiso per gli amanti del golf».
Cosa spera di non perdere del suo bagaglio romagnolo?
«L’accento (ride, ndr) ma anche la capacità di accoglienza che ci viene naturale come camminare».
Una qualità degli spagnoli che gli italiani dovrebbero imparare?
«Se qualcosa non va, loro scendono in piazza a protestare».