La pesca lancia l’allarme: -30% di pescato. «Le meduse ci distruggono le reti»

«Ogni anno un problema. Nel 2024 abbiamo avuto le mucillagini, quest’anno l’invasione delle meduse. E il nostro comparto, puntualmente, si ritrova a contare i danni».
I Lavoratori del mare
È un grido disperato quello di Mauro Zangoli, presidente della cooperativa Lavoratori del mare, che rappresenta una cinquantina di pescherecci, tra grandi e piccoli, e un’altra ventina di imbarcazioni per la pesca con reti da posta. Una denuncia che arriva alla vigilia del fermo pesca (31 luglio - 15 settembre) e dopo mesi di sofferenza. «Da febbraio ad oggi - spiega Zangoli -, siamo stati costretti a lavorare a regime ridottissimo, se non addirittura a fermarci. Talmente tante erano le meduse al largo, sulle 15 miglia, dove solitamente peschiamo e dove il nostro mare è ricco di sgombri, triglie, sogliole, seppie che, al ritiro delle reti, le vedevamo improvvisamente esplodere. E questo quasi quotidianamente. In sostanza le meduse, trasformandosi in una sorta di tappo, non facevano fuoriuscire l’acqua fino alla totale distruzione delle reti e al surriscaldamento dei motori della barca».
Senza considerare, poi, la scarsissima presenza di fauna marina: «Sarà stata la loro presenza, diciamo predominante, fatto sta che di pesci ne abbiamo visti pochissimi, lungo tutta la fascia marina che va da Rimini a Civitanova Marche».