L’estate di Rimini e l’allarme sul personale: “Nelle attività mancano 1500 dipendenti”

Rimini

Carenza di personale, deflagra ancora il problema in questa estate rovente. Che porta con sé numeri preoccupanti. «Le attività stagionali sono in sofferenza – sottolinea Denis Preite, presidente Confcommercio pubblici esercizi -. E la mancanza di manodopera, soprattutto qualificata, è una criticità a Rimini. Basti pensare che in tutta la provincia saranno almeno 1000-1500 le unità lavorative difficili da reperire: una o due figure professionali mancanti per attività».

Il passato che non torna

Camerieri, baristi, operatori di spiaggia, figure tipiche della stagione balneare, che se un tempo erano le più gettonate tra i giovani, adesso sembrano essere cadute in rovina. Passate di moda. «E’ cambiato il modello culturale – commenta Mauro Vanni, presidente della cooperativa Bagnini Rimini sud -. Una volta, fino ad una decina di anni fa, la cosiddetta stagione era quasi un vezzo giovanile. Che andava per la maggiore e al quale nessun ragazzo osava rinunciarvi. Lavorare al mare, tra gli ombrelloni e le turiste, o tra i tavoli di un ristorante e il bar di un locale notturno, garantiva simpatiche conoscenze e interazioni giovanili, oltre che bei soldini da poter spendere d’inverno o per acquistare una moto. Tutto questo, adesso, non esiste più. I ragazzi, oggi, terminati gli studi, preferiscono passare il tempo tra aperitivi e serate in compagnia, invece che dietro un bancone, o davanti ad un lettino da consegnare al cliente e una pizza al piatto da portare a tavola. Insomma, è tutto diverso». E Davide Cupioli, presidente Confartigianato Imprese Rimini aggiunge: «Il lavoro stagionale non è più una risposta utile per dare stabilità economica alle persone. Coinvolge, infatti, giorni festivi e tutte le serate: è fuori dal modello di vita che si è generato dopo il Covid. E andrà sempre peggio, perché arriverà anche l’inverno demografico che taglierà ulteriori opportunità».

Le varie problematiche

Sempre meno giovani disponibili ad accettare un impiego stagionale, sempre più difficoltà per il comparto turistico. Che è in sofferenza già da qualche anno. «La fotografia che abbiamo – aggiunge Cupioli - è di un settore professionale spesso privo delle competenze richieste. E per chi viene da fuori, si aggiunge anche la difficoltà nel trovare un alloggio. Per questo bisogna riorganizzazione il modello stesso dell’offerta, servono politiche di formazione più efficaci, serve generare valore per le imprese in modo che possano produrre investimenti e offrire retribuzioni adeguate». E Bruno Bianchini, presidente Cna turismo e commercio rilancia: «Basti dire che i portali locali per l’impiego soddisfano la richiesta di lavoro stanziale per appena il 46% del reale fabbisogno aziendale. Il resto lo dobbiamo cercare fuori regione. Per cui se non offriamo gli alloggi adeguati a chi viene dal sud o dal nord, come, invece, accadeva un tempo, nessuno più verrà a lavorare a Rimini per i tre, quattro mesi d’estate: l’enorme spesa per un affitto, viaggiamo intorno ai 700, 800 euro al mese, del resto porta via, ogni mese, metà della busta paga di un cameriere o di un barista. Insomma – continua Bianchini- prima di pensare a come portare qui i lavoratori dobbiamo studiare il modo di dare loro una sistemazione, magari all’interno di veri e propri staff hotel, che potrebbero essere facilmente creati in tutti quegli alberghi chiusi e ormai fuori mercato che ci sono a Rimini». E questo perché gli stipendi che vengono pagati sono quelli classici del contratto nazionale di lavoro. Che non superano mai i 2.000 mila euro al mese. «Un aiutante di spiaggia full time – precisa Vanni – gira sui 1600-1700 euro netti al mese. Mentre un giovane alle prime armi, con contratto da apprendista part time, viaggia sui 1.200 euro netti al mese». E spesso non qualificato. «Il nostro comparto non necessita di grosse competenze – conclude Vanni, anche perché portare una sdraio o sistemare la spiaggia non è poi così complicato. Altra cosa invece è servire a tavola o preparare un cocktail: in questo caso ci vuole un’adeguata preparazione e conoscenza. Anche per tenere alto quel livello di qualità dei servizi turistici che Rimini garantisce da sempre ai propri clienti».

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