L’allarme della Confcommercio: «Ristorazione, abusivismo dilagante. In provincia vale oltre 42 milioni di euro»

L’abusivismo commerciale non c’è solo in spiaggia o fra i banchi del mercato, ma prospera anche e soprattutto nelle attività in cui si vendono pizze e piadine al taglio, in rosticcerie e gastronomie che somministrano i loro prodotti sul posto non avendo la licenza per farlo. A questo problema si aggiungono poi gli home restaurant, molti dei quali non in regola, e falsi agriturismi.
A lanciare l’allarme sul dilagare di un fenomeno antico, che non conosce crisi, è Confcommercio della provincia di Rimini, secondo cui l’abusivismo è in grado di produrre, «a livello nazionale una perdita di imposte dirette e contributi pari a 710 milioni, a discapito di tutti». E anche a livello regionale e provinciale, il presidente di Fipe Confcommercio Gaetano Callà snocciola numeri che definisce impressionanti: «Secondo le nostre stime il fatturato abusivo nel mercato della ristorazione nella provincia di Rimini è pari a 42 milioni di euro». In base alla classifica stilata da Confcommercio infatti la piazza riminese si classifica terza a livello regionale, dietro solo a Bologna (81 milioni) e Modena (57), tradizionali distretti del cibo.