“Io architetta da Rimini a Londra, così realizzo il mio sogno”

Rimini

«Benefit, stipendio buono e mille opportunità. Londra dà spazio ai giovani: che sogno fare l’architetto qui!». Parola dell’architetto riminese Agnese Boldrini, 33 anni e molti sogni fuori dal cassetto.

Quando e perché si è trasferita in Gran Bretagna?

«Sono sbarcata a Londra nel maggio del 2018. Da un anno avevo terminato l’abilitazione dopo la laurea conseguita a Cesena, nel 2016, e mi ero specializzata in restauro. In breve, una volta raggiunti tutti gli obiettivi che mi ero prefissata, ho iniziato a valutare l’opportunità di un’esperienza all’estero. L’ho presa come una sfida personale per affinare l’inglese ma soprattutto mettermi alla prova lontano dalla famiglia. Una parentesi dunque non “un per sempre”».

È facile trovare lavoro a Londra?

«È una città dinamica e anche il mondo del lavoro gode di una certa flessibilità. D’altronde sono arrivata in un periodo agevole perché era ancora lontana la mannaia della Brexit. Tradotto? Non c’era la necessità di avere un visto per entrare come lavoratrice. Le opportunità era tante e ho cominciato a inviare curricula in vari studi di Architettura. Il primo colloquio è arrivato dopo appena due settimane. Si è trattato di una sorta di scrematura, gestita per telefono da un’agenzia, prima di farmi varcare la soglia dell’ufficio. Dopo diverse esperienze, da due anni lavoro con una decina di giovani colleghi nello studio “Sabbadin Corti Ltd” che ha due sedi: l’una in Inghilterra e l’altra in Spagna».

Quali sono gli step successivi?

«Entro novanta giorni dal trasferimento, bisogna iscriversi all’anagrafe degli italiani residenti all’estero. È indispensabile avere un numero dall’assicurazione nazionale, una sorta di codice fiscale. Quanto alle tasse, vengono calcolate direttamente nella busta paga. Gli stipendi? Sono molto buoni».

Vantaggi per chi lavora a Londra?

«Venti giorni di vacanza all’anno più otto di festività, oltre a vari benefit, in ragione dell’anzianità di servizio e della grandezza dello studio dove si lavora: dall’assistenza sanitaria privata all’auto aziendale sino all’abbonamento gratuito in palestra. Per quanto riguarda la mia esperienza, il mio studio favorisce momenti per cementare il team, incluse uscite, conferenze o mostre d’arte in giro per Londra. Tutto spesato, va da sé. Ma c’è ben altro: si impara molto e in tempi celeri. Ho la possibilità di spaziare in un ampio ventaglio di progetti, anche molto importanti, nonostante la mia giovane età. Mi confronto inoltre in prima persona con cliente e fornitori, andando in cantiere senza restare inchiodata alla scrivania. Interveniamo su edifici, anche storici, come ad esempio un palazzo vittoriano del 19esimo secolo: sei piani che si sviluppano su 3mila metri quadri, nel cuore di Londra. Sui proprietari, mantengo com’è giusto il massimo riserbo. E non è tutto: mi sono cimentata anche in uffici e scuole».

Cosa l’ha colpita delle scuole di Londra?

«Ogni istituto scolastico superiore include aule destinate anche alla formazione professionale: dal salone per parrucchieri alla falegnameria».

Cosa dovrebbe imparare un inglese da un romagnolo e viceversa?

«Un inglese dovrebbe apprendere la solarità e la capacità di accogliere tipiche dei romagnoli. Lo dimostra il fatto che le cene a casa mia, a base di lasagne, sono sempre gettonatissime fra colleghi e amici. All’opposto un romagnolo potrebbe imparare un pizzico di rigore in più».

A Londra ha trovato anche l’amore?

«Ebbene sì. Mi sono innamorata di un riminese, Nicola Gasparini, che in città viveva a cinque chilometri da casa mia. Il buffo è che non ci eravamo mai incrociati. Londra, dove ci siamo trasferiti entrambi, è stata galeotta e ora siamo felicemente sposati da un anno».

Dove si vede al momento della pensione?

«Con ogni probabilità in Italia. Mai dire mai, però».

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