Importazione irregolare di auto: sequestri per mezzo milione

Dichiaravano alla Motorizzazione civile di vendere auto importate dall’estero direttamente da privati. Situazione che, per legge, consente di non pagare l’Iva. In realtà erano loro, come tutti i rivenditori regolari, a trattare con gli uffici commerciali di Volkswagen, Bmw, Audi gli acquisti, per cui l’esenzione non può essere applicata. Ecco perché adesso i nomi del riccionese Claudio Papini, 68 anni e di Marco Triggiani, riminese classe 1979, soci nella gestione dell’autosalone “Mtclassauto” di via Nazionale Adriatica 7 a Misano Adriatico, sono stati iscritti nel registro degli indagati della procura della Repubblica di Rimini per truffa aggravata, falso ideologico in atto pubblico commesso da privato, evasione fiscale. Reati per cui il pubblico ministero Luca Bertuzzi ha chiesto e ottenuto dal Gip Benedetta Vitolo un provvedimento di sequestro preventivo per un valore di oltre 462mila euro per il solo Claudio Papini. Da entrambi, invece, la procura vuole indietro i circa 105mila mila euro di Iva non versata.

La resa dei conti

Sono stati i militari della Tenenza della Guardia di finanza di Cattolica, che sulla coppia di imprenditori ha puntato i riflettori già lo scorso anno a seguito di una anomalia accertata dalla Polizia stradale su un libretto di circolazione delle vetture da loro vendute, a consegnare ieri mattina i provvedimenti a entrambi. Secondo l’accusa, questo “stratagemma”, come detto, avrebbe permesso alla Picturauto Srls di cui Papini è legale rappresentante e Triggiani è socio «di fatto», di non versare all’Erario poco meno di 105mila euro di Iva a fronte di ricavi per circa 505mila euro. A quanto si è appreso, le Fiamme gialle sarebbero tornate in caserma con oltre 40mila euro in contanti, trovati nelle disponibilità e nei conti correnti dei due indagati. Tutti gli acquirenti hanno riferito e dimostrato di non essere a conoscenza del fatto che l’auto sarebbe stata importata direttamente da loro come privati. Una cliente, per dimostrare la sua completa estraneità alla truffa, ha consegnato copia del modello F24 datato febbraio 2018, con indicato il versamento di 5.500 euro con cui le era stato fatto credere che la Picturauto aveva versato all’Erario l’Iva prima di procedere all’immatricolazione dell’auto. Peccato però che alla banca dati “Serpico” dell’Agenzia delle Entrate, non sia risultato niente.

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