Il vescovo di Rimini borseggiato dopo i funerali di Papa Francesco

Rimini

Il vescovo di Rimini, Nicolò Anselmi, è stato borseggiato domenica scorsa in metropolitana a Roma. Monsignor Anselmi stava viaggiando su un treno della linea “A” che porta alla stazione Termini per rientrare poi in Romagna, ma nel tragitto in metropolitana un malvivente è riuscito a sfilargli dal borsello il portafoglio con i documenti e i contanti, ma anche un mazzo di chiavi.

Il prelato si è accorto del furto solo una volta arrivato alla stazione Termini dove ha chiesto aiuto ai carabinieri che pattugliano lo scalo ferroviario romano. Poi ha preso il treno per tornare a Rimini dove lunedì mattina ha sporto denuncia. Il vescovo ha raccontato tutto alla caserma dei carabinieri del Comando provinciale, preoccupato soprattutto per il furto dei documenti di identità e delle chiavi. Il denaro che aveva con sé, come ha spiegato al maresciallo che ha ricevuto la denuncia, era fortunatamente poco.

Ovviamente ha anche raccontato di non essersi accorto di nulla. Molto probabilmente, come spesso accade in queste circostanze, i responsabili si sono sbarazzati di documenti e chiavi che con grande probabilità non saranno mai più ritrovati.

In un solo anno nella linea sotterranea che collega le principali zone del centro di Roma si verificano circa 15mila borseggi, come confermano i dati della polizia di Stato. Nell’ultimo fine settimana, l’enorme afflusso di pellegrini e delegazioni internazionali arrivate nella Città Eterna per l’ultimo saluto a Papa Francesco ha reso necessaria una massiccia intensificazione dei controlli, non solo per la sicurezza pubblica, ma anche per contrastare i furti. Sono state presidiate in particolare le fermate della metropolitana, linee bus, aree vicine al Vaticano e alla basilica di Santa Maria Maggiore. Decine gli arresti, ma non sono bastati o non sono serviti a contrastare quello che è un fenomeno dilagante e che domenica ha avuto anche una “vittima” riminese illustre.

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