Gruppo riminese in Tanzania: «Nessun problema». Il vescovo: «Preghiamo per voi»

Rimini
  • 02 novembre 2025

RIMINI. Un gruppo di 11 riminesi partito nei giorni scorsi nell’ambito del progetto Casa del pane di Paola si trova in Tanzania dove sono in corso scontri e disordini in seguito alle elezioni che hanno riconfermato la presidente Samia Suluhu Hassan. Da quanto si apprende il gruppo sta bene e l’Ambasciata Italiana avrebbe consigliato loro di restare all’interno della missione in via precauzionale anche se viene dato per scontato il rientro a Rimini come da programmi il 14 novembre. Il progetto Casa del Pane di Paola è partito sette anni fa per ricordare la pallavolista Paola Bagli, scomparsa in modo prematuro. «Come state? Preghiamo per voi. Grazie della vostra presenza e generosità», ha scritto il vescovo di Rimini Niclò Anselmi su Facebook.

«Nonostante i disordini che stanno avvenendo in Tanzania», scrive l’amministratore del gruppo Facebook dell’associazione, «i nostri amici ci hanno fatto sapere che loro sono a Gwandumehhi, nel distretto di Mbulu c/o la missione delle suore francescane missionarie di Cristo e lì non c’è nessunissimo problema. Hanno difficoltà a comunicare perché Internet è bloccato. Stanno lavorando tranquillamente al completamento dei 2 progetti, la casa dei bimbi e la maglieria. Il loro rientro in Italia rimane confermato come previsto al 14 novembre. Ci aggiorniamo a presto».

Stando ai dati ufficiali, il capo dello Stato avrebbe ottenuto il 97 per cento delle preferenze. L’esito della consultazione è però contestato dall’opposizione, in particolare dal partito Chadema. Suoi esponenti, nei giorni scorsi, hanno sostenuto che nell’intervento di poliziotti e militari per disperdere i cortei sarebbero state uccise in più città 700 persone. Una stima, questa, respinta dal governo e priva di conferme indipendenti. «Ci sono state parecchie proteste e disordini, non si capisce quanti morti ci siano stati», sottolinea una fonte della Agenzia Dire. «È stato un fenomeno dilagato in tutta la nazione”. E ancora: «Ora a Dar c’è un po’ di respiro e si riesce a fare la spesa, ma ci sono checkpoint militari ogni cento metri».

La fonte, con comunicazioni via social, aggiunge: «Scrivo ma non so quando arriveranno i messaggi; ci è stato tolto Internet da mercoledì scorso e ancora non ci danno la rete». La comunicazione resta dunque intermittente e precaria. «Samia dovrebbe giurare domani», riferisce la fonte. «E quindi potrebbero esserci nuovi disordini».

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