Il sindaco di Rimini: "E' sacrosanto tutelare le vittime, ma non si spari sugli alpini"

Rimini

"Sugli Alpini si è creato un clima che non mi piace. Per niente". Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad affida ai social le sue riflessioni sul baillame mediatico generato dai presunti episodi di molestie durante l'Adunata nazionale degli Alplini. "L'importante- stigmatizza il primo cittadino- è dividersi, banalizzare, berciare qualunque tentativo di analisi". Quando invece ci sono i fatti, segnalazioni e denunce, che "hanno peso e gravità anche al di là degli esiti investigativi" perchè "segnalano un problema culturale". Si tratta di "volti, voci, parole che non vanno interpretate, ma credute senza se e senza alcun ma". E da questo punto di vista, continua, "bene ha fatto" il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, a "stigmatizzare i comportamenti prima dei potenziali reati" e "bene" hanno fatto le Istituzioni ad "accompagnare questi che, fino a prova contraria, sono fatti e non opinioni". Oltre ai fatti ci sono però gli Alpini che "di fatto vengono brutalmente colpevolizzati di ogni nefandezza", sottolinea Sadegholvaad. E questo è "inaccettabile". Non è "una questione di numeri", di "responsabilità individuali", di "inviti a non generalizzare", del "lavoro che il gruppo dirigente degli Alpini ha fatto e si impegna ancora più a fare per modificare le cose che non vanno, e che sono intollerabili e ingiustificabili in qualunque città e in qualunque spazio della vita accadano". Ora "l'obiettivo accusatorio è quello di impedire ogni Adunata degli Alpini di qui in avanti, e in ogni città d'Italia". 

Il sindaco legge tante generalizzazioni, di "un gruppo di 400.000 uomini, imbevuti di machismo patriarcale concentrati in un solo luogo e per lo più ubriachi", di "alpini tutti molestatori", nel solco dei claim "tutti i politici sono ladri", "tutti gli albergatori e i commercianti sono evasori fiscali" fino a "tutti gli extracomunitari sono delinquenti" e "tutti i musulmani sono terroristi". Insomma c'è in campo "una violenza verbale cieca e ottusa che non ammette ragione se non lo schiacciare ogni individuo per quello che è veramente". Dal canto suo, invece, Sadegholvaad rivendica la "straordinarietà dell'evento, il clima di festa, la partecipazione sincera e entusiasta dei cittadini, l'impegno che migliaia di riminesi hanno messo giorno e notte perché tutto fosse bello e accogliente". Perchè, conclude, "se non si parte da qui, da analisi più complesse e complete, in cui la sacrosanta protezione delle vittime di molestie non sovrasta nel giudizio una grande festa popolare che è stata anche una festa di civiltà e di sostanziale comportamento rispettoso nei confronti della comunità riminese", si dà il proprio "piccolo ma significativo contributo all'abbruttimento della società". Da sindaco, Sadegholvaad sta "dalla parte della complessità" e vorrebbe che "l'Adunata degli Alpini potesse tornare a Rimini prima possibile".

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