Il saluto del papa al Meeting: “L’essenziale fa emergere la bellezza della vita”. Il sindaco esalta il legame con Rimini

E’ stato attraverso il segretario di Stato, cardinal Pietro Parolin, che papa Francesco ha voluto che pervenisse il suo messaggio inviato al vescovo di Rimini, Nicolò Anselmi, in occasione della 45esima edizione del Meeting di Rimini, che parte domani. Un messaggio augurale agli organizzatori, ai volontari e a tutti coloro che prenderanno parte alla kermesse. Nella missiva di Parolin, emerge la consapevolezza di come si stiano attraversando “tempi complessi, in cui la ricerca di ciò che costituisce il centro del mistero della vita e della realtà è di cruciale importanza. La nostra epoca, infatti, è segnata da problematiche varie e notevoli sfide, dinanzi alle quali riscontriamo talvolta un senso di impotenza. In questo scenario, perciò, è quanto mai pertinente la scelta di mettersi sulle tracce di ciò che è essenziale”, si legge nella lettera.
Secondo il segretario di Stato, “Papa Francesco incoraggia il tentativo di cercare, con passione ed entusiasmo, quanto fa emergere la bellezza della vita, affrontando la questione posta da don Luigi Giussani quando con coraggio affermava: «Il cuore è roso dalla sclerosi, vale a dire dalla perdita della passione e del gusto del vivere. La vecchiaia a vent’anni e anche prima, la vecchiaia a quindici anni, questa è la caratteristica del mondo d’oggi»”.
Non è mancato anche il saluto da parte del sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, che parte esso stesso dal tema della manifestazione: “Se la ricerca dell’essenziale è il tema generale dell’edizione 2024, essenziale è il rapporto della manifestazione con questo territorio lungo un cammino cominciato nel 1980. Gli ultimi 45 anni sono stati, per Rimini e per il Meeting, un tempo di enormi cambiamenti. A volte subiti, più spesso cercati - scrive il primo cittadino della città che ospita la kermesse -. Mettiamo a confronto la fotografia della città di allora e quella di oggi: tantissimo è mutato, pur non perdendo un briciolo della propria consapevolezza rispetto al ruolo che si vuole esercitare nel mondo. Lo stesso è accaduto per il Meeting, che ha attraversato questi 45 anni come un vascello leggero, mutando i suoi colpi di timone ma senza mai perdere l’attenzione verso l’unico approdo: le persone”.