Il giallo di Pierina. Svolta nell’investimento di Giuliano, ripreso il mezzo del pirata della strada a Rimini

Rimini

Inizia ad assumere contorni più precisi il mezzo che la mattina del 7 maggio ha investito il 54enne Giuliano Saponi, lasciandolo in fin di vita sull’asfalto di via Coriano.

Proprio lui, il figlio di Pierina Paganelli, l’anziana uccisa con 29 coltellate lo scorso 3 ottobre, è al centro di un altro giallo ancora irrisolto. Ora, però, le immagini immortalate da alcune telecamere presenti in zona potrebbero avere incastrato il mezzo dell’investitore: un furgone o una Jeep di colore bianco. A infittire il “giallo” anche il fatto che inizialmente si era ipotizzato un autentico pestaggio, poi smentito, e poi un possibile collegamento con l’omicidio della madre, avvenuto cinque mesi dopo l’investimento. Nesso a oggi mai provato, ma sul quale si sono a lungo concentrati gli sforzi degli inquirenti, non avendo, almeno inizialmente, escluso alcuna pista.

La targa

Le immagini, al vaglio della Polizia scientifica di Roma potrebbero portare a individuare la targa del veicolo e quindi a risalire all’identità dell’autista. Colui, dunque, che ha colpito e abbandonato disteso in strada il 54enne, vivo per miracolo. Dopo l’incidente, infatti, Saponi è stato ricoverato in Terapia intensiva all’ospedale Bufalini per molti mesi, fino al trasferimento al Sol et salus a Torre Pedrera, Il ritorno in via Del Ciclamino, invece, l’ha fatto soltanto a metà ottobre, quando la mamma Pierina, che gli era stata sempre vicina durante i mesi del ricovero, era già stata uccisa.

Le ferite

Assistito dagli avvocati Monica e Marco Lunedei, Saponi è stato ascoltato più volte dagli inquirenti, per cercare di ricostruire quanto accaduto. Purtroppo, infatti, in seguito al trauma, Giuliano ha perso la memoria legata agli ultimi mesi, non ricordando assolutamente nulla dell’investimento. Le indagini sul fatto, condotte dal sostituito procuratore Luca Bertuzzi, sono state particolarmente complesse, richiedendo anche il ritorno, più volte, sul luogo dell’incidente, per simulare lo scontro e cercare indizi col metal detector. Di certo c’è che le ferite riportate sul volto di Giuliano, alla fronte e al mento, sono risultate compatibili con un grande specchietto, di quelli con un foro aperto all’interno, comuni, appunto, alle Jeep e ai furgoni.

Le indagini proseguono

A oltre tre mesi dalla morte di Pierina Paganelli, proseguono le indagini coordinate dal sostituto procuratore Daniele Paci. Nessuno fino a oggi è iscritto nel registro degli indagati. L’attesa svolta, infatti, non è ancora arrivata: gli inquirenti sono occupati a mettere insieme i pezzi del puzzle che racconteranno la morte della 78enne testimone di Geova. Determinanti saranno, anche qui, le immagini riprese dalle telecamere di video sorveglianza della farmacia San Martino, che avrebbero immortalato una figura uscire dal garage poco dopo l’orario in cui è stato commesso l’assassinio (le 22.10) con qualcosa in mano (forse l’arma del delitto?) di cui si è disfatto, gettandolo nei bidoni dei rifiuti. Ma maxi “testimone” per ora, è solo un audio registrato da una telecamera in un garage, che ha ripreso le urla della donna mentre veniva accoltellata a morte.

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