Il delitto di Rimini, Louis, il bivio dell’amante Manuela e i “dubbi” della criminologa

Rimini

La moglie lo difende, l’amante anche ma non vuole finire incastrata. È un po’ questa la situazione delle donne di Louis Dassilva a cui la giustizia italiana prospetta al momento un lunga permanenza in carcere. C’è un’ipotesi che nelle ore immediatamente successive al delitto si è fatta strada, anche e soprattutto ad ascoltare quello che Roberta Bruzzone ha detto in un collegamento televisivo con Estate in Diretta.

La Bruzzone, consulente dell’avvocato Riario Fabbri, difensore di Dassilva, ha detto: «Noi non escludiamo il coinvolgimento di altre persone». E sembra un riferimento a Manuela che «in questi mesi - dice Bruzzone - nelle dichiarazioni che lei fa, nelle intercettazioni, nella messaggistica e in tutta una serie di condotte che sono raccolte nell’ordinanza ritengo che fornisca qualcosa su cui approfondire».

Sotto la lente di ingrandimento ci sarebbero quindi i comportamenti di Manuela Bianchi che, con il corpo di Pierina ancora nel garage di via del Ciclamino e i soccorsi in arrivo, si preoccupa principalmente di far cancellare i messaggi intercorsi con l’amante Louis.

Secondo la consulente criminologa della difesa, Bruzzone, sarebbe indicativa anche la preoccupazione della Bianchi sul fatto che il delitto non cambi la relazione con Louis.

Un aspetto che emerge dall’intercettazione captata nella sala d’aspetto in Questura, quando messi uno di fianco all’altro Manuela e Louis parlano.

Manuela dice: «Dimmi che sono tranquilla, che tra noi non cambia nulla». Louis non risponde e lei si porta una mano alla fronte.

È il 4 ottobre, il giorno dopo il delitto. E per gli inquirenti è una sorta di confessione di Louis e la presa di coscienza di Manuela.

Per la difesa invece è la prova che Manuela tenesse più alla relazione che alla suocera morta.

In entrambi i casi, la nuora non ne esce bene. Non è indagata e probabilmente non lo sarà mai, ma forse è lei che ha in mano il destino dell’amante. Un destino che piano piano sta lasciando andare perché nell’ultimo colloquio con gli inquirenti, proprio il giorno dell’arresto di Louis, Manuela si è ricordata e ha riferito di un episodio in cui il 34enne senegalese si era difeso, usando la forza, da un uomo mandato a picchiarlo. Cosa farà Manuela? Si trasformerà in un’arma in più dell’accusa? O anche lei sceglierà la via del silenzio?

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