Giorgio Tonelli: riminesi risvegliati dalla cultura

Rimini

Rimini ha gettato il cuore oltre l’ostacolo. Nella mattinata di mercoledì 17 febbraio, nel luogo simbolo della sua rinascita, il teatro Galli, la città ha posto le basi di partenza per la candidatura a capitale della cultura 2024, raccogliendo il sostegno pieno della Provincia e della Regione. A moderare l’incontro il caporedattore del tgr Rai Giorgio Tonelli, artefice di aver acceso la scintilla negli animi di tanti, dopo aver scritto la sua proposta dalle pagine del Corriere Romagna.

«Ciò che è emerso da questo primo confronto è il coinvolgimento dell’intera comunità cittadina – spiega il giornalista –. A questa dichiarazione d’intenti stanno cominciando ad arrivare adesioni anche dal mondo dell’economia, come il sostegno espresso da Confindustria Romagna. Piero Meldini ha ricordato come i Malatesta nel Quattrocento abbiano eletto Rimini capitale della cultura, e oggi a farlo deve essere la coesione di tutti i riminesi, di un’intera comunità».

Si aspettava che dall’idea di candidare la città sarebbe nato un dibattito così vivo?

«Con la mia proposta credo di aver risvegliato la consapevolezza di tanti. Perché è fondamentale che i riminesi stessi saltino l’asticella e maturino la piena consapevolezza di potercela fare».

Quali passi dovranno essere compiuti ora?

«È importante sottolineare che l’aspetto principale sia il percorso, al di là della vittoria del titolo. Bisogna passare dalle parole ai fatti. L’Amministrazione ha preso a cuore l’idea e deciderà un comitato operativo che stilerà il progetto. Rimini per me non è un sogno ma è mille sogni. Il primo racchiude ovviamente quello felliniano, ma poi si va ad arricchire di tutto ciò che ci caratterizza e potremo realizzare nel confronto di idee, proposte, valutazioni. Al tavolo dovranno sedersi, accanto alle istituzioni, operatori culturali, realtà associative, il terzo settore, il mondo economico. Anche i Comuni dell’entroterra sono attori, insieme a Rimini, di questo sogno, di uno dei mille sogni. Si dovrà poi tenere conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 che sono imprescindibili».

Lei ha parlato di “mutazione antropologica”. Cosa intende?

«Intendo dire che i riminesi di oggi sono diversi da quelli di cinquanta anni fa e ora hanno l’occasione per rendersene conto. Il sindaco Gnassi ha ricordato che due italiani su tre almeno una volta nella vita sono passati da Rimini. Noi dobbiamo riuscire a fare scoprire un’altra Rimini ed è quello che accade ultimamente quando faccio da Cicerone a persone che non la vedevano da tempo e che rimangono meravigliati. Sono molto d’accordo con Sergio Zavoli quando diceva che “Rimini è migliore dell’immagine che ha” e vi assicuro che chi, come me, la guarda da lontano perché non ci abita più, è un ottimo osservatore, perché ogni volta che torna sa coglierne i cambiamenti. Rimini ha 2000 anni, ma è anche una città che rinasce dopo ogni scossone, come il terremoto del 1916 o i bombardamenti della Seconda guerra mondiale».

Il Sigismondo d’oro e noto intellettuale Piero Meldini ha sottolineato che Rimini non è una città d’arte in senso stretto ma anticipa un futuro, multiculturale e pluriculturale.

«È vero. Faccio un esempio: se si digitano su Google le parole “città e turismo”, Rimini esce al quinto posto dopo Roma, Milano, Venezia e Firenze. Se invece la si cerca tra le città d’arte non compare: in un mondo che si basa sugli algoritmi siamo assenti. Questo però non pregiudica la sua candidatura perché ciò che viene premiato è il progetto presentato e non tanto i beni architettonici e artistici presenti sul territorio. Rimini ha il vantaggio di essere una città aperta, come sottolineato anche dal vescovo Lambiasi. È una terra di limes, di confini, di incontro tra le celebri vie romane e tra diverse popolazioni, grazie alla sua posizione sul mare. Dobbiamo avere la volontà di cambiare e limare anche ciò che non va (sbloccare ad esempio la diatriba tra l’Anfiteatro e il Ceis) e sicuramente questo è un obiettivo dinamico per la città che, per affrontare la situazione creata dalla pandemia, sarà senz’altro fondamentale».

Tutti gli interventi pubblicati sul tema “Rimini capitale della cultura 2024” sono disponibili sul sito www.corriereromagna.it

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