Bologna capitale dell'Antico Egitto

Rimini

BOLOGNA. Bologna capitale dell'Egitto antico. Dal 16 ottobre 2015 al 17 luglio 2016 il Museo Civico Archeologico ospita la mostra "Egitto. Splendore Millenario".

Sotto le due torri rivive lo splendore di una civiltà millenaria e unica che da sempre affascina tutto il mondo: l’Egitto delle piramidi, dei faraoni, degli dei potenti e multiformi, ma anche l’Egitto delle scoperte sensazionali, dell’archeologia avvincente, del collezionismo più appassionato, dello studio più rigoroso.

Il racconto di oltre quattro millenni di storia dell’Antico Egitto attraverso ben 540 opere.


Non è solo un’esposizione di grande impatto visivo e scientifico, ma anche un’operazione di rilievo nel panorama internazionale: la collezione egiziana del Museo Nazionale di Antichità di Leiden in Olanda - una delle prime dieci al mondo - e quella di Bologna - tra le prime in Italia per numero, qualità e stato conservativo dei suoi oggetti, si uniscono per l'occasione, integrandosi in un percorso espositivo di circa 1.700 metri quadrati di arte e storia. Sono 490 i reperti, databili dal periodo predinastico all’epoca romana, che dall’Olanda sono giunti al museo bolognese.


Ma assieme ai capolavori di Leiden e Bologna, la mostra ospita anche importanti prestiti del Museo Egizio di Torino e del Museo Egizio di Firenze.

Esposte l’una accanto all’altra opere quali: la Stele di Aku (XII-XIII Dinastia, 1976-1648 a.C.), il “maggiordomo della divina offerta” la cui preghiera racconta l’esistenza ultraterrena del defunto in un mondo tripartito tra cielo, terra e oltretomba; gli ori attribuiti al generale Djehuty, che condusse vittoriose le truppe egiziane nel Vicino Oriente per il faraone Thutmose III (1479-1425 a.C.), il grande conquistatore; le statue di Maya, sovrintendente al tesoro reale di Tutankhamon, e Meryt, cantrice di Amon, (XVIII dinastia, regni di Tutankhamon-Horemheb, 1333-1292 a.C.), massimi capolavori del Museo Nazionale di Antichità di Leiden, che lasceranno per la prima volta l’Olanda; e infine, tra i numerosi oggetti che testimoniano il raffinatissimo stile di vita degli Egiziani più facoltosi, un Manico di specchio (1292 a.C.) dalle sembianze di una eternamente giovane fanciulla che tiene un uccellino in mano.

Infine, per la prima volta dopo 200 anni dalla riscoperta a Saqqara della sua tomba, la mostra offre l’occasione unica e irripetibile di vedere ricongiunti i più importanti rilievi di Horemheb, comandante in capo dell’esercito egiziano al tempo di Tutankhamon e poi ultimo sovrano della XVIII dinastia, dal 1319 al 1292 a.C., che Leiden, Bologna e Firenze posseggono.


La mostra, con il patrocinio del Mibact, è prodotta da Comune di Bologna e Arthemisia Group e curata da Paola Giovetti, responsabile del museo, e Daniela Picchi, curatrice della sezione egiziana.
Catalogo edito da Skira.

Info: 051 0301043
www.mostraegitto.it

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