Fuggì dalla casa anziani di Faenza per raggiungere il mare di Rimini, addio all’81enne Bice

Voglio vivere e morire dove mi pare». La Romagna piange Bice, l’81enne scappata dalla casa di riposo in cerca della libertà. La sua avventura ha commosso l’Italia finendo sotto i riflettori dei salotti televisivi più noti, dalla “Vita in diretta” a “Pomeriggio cinque”.
La storia
Era un fiore d’acciaio, Bice, in cerca dell’ultimo raggio di sole. «Io non ci torno alla casa di riposo - aveva profetizzato -: solo minestrine, mele lesse e gente che grida di notte invocando la madre». Il suo tono non ammetteva repliche, da quand’era fuggita da una Rsa di Faenza, nell’aprile del 2023, salendo su un treno diretto in Riviera, dov’era stata felice, prima da bambina e poi da giovane sposa e madre. Non l’aveva fermata la coda dell’inverno che aveva ammantato di gelo la Romagna, né il bastone con cui camminava a stento dopo un intervento all’anca, né tantomeno i pericoli a cui andava incontro. Ha approfittato di una distrazione del personale della Rsa, a cui l’avevano affidata mesi prima le tre figlie con cui aveva rotto i rapporti, per svignarsela subito dopo colazione, vestita con un’eleganza di altri tempi, quasi da fotografia color seppia, senza dimenticare l’agendina con indirizzi e numeri salvavita. Era stata direttrice delle poste e sindacalista: non intendeva arrendersi all’idea di morire confinata in una stanza, sotto l’egida di un amministratore di sostegno, con cui neppure andava d’accordo. Un percorso in salita, il suo, come il “cammina cammina” che condisce ogni fiaba. Tra le righe si erano allargati i contrattempi visto che aveva trovato chiuso l’Hotel Flora di Igea, meta per iniziare una nuova vita, lancette all’indietro e speranza alle stelle. Dopo aver scartato l’idea di risalire su un treno diretta «nella favolosa Lisbona, in Portogallo» o rifugiarsi dalla zia che abita in Sicilia, aveva ripreso la strada finendo davanti alla Parrocchia di don Marco Foschi che l’aveva accolta e rifocillata ascoltando il suo racconto, gravato da giornate grigie in uno scolorito ripetersi «di minestrine annacquate, mele cotte e prosciutto di cent’anni fa». Accertato che la signora non avesse mai subito alcun maltrattamento, il parroco e le sopraggiunte forze dell’ordine l’avevano spronata con trattative degne del Congresso di Vienna a avvertire la Rsa e grazie alla sua agendina, i soccorritori avevano contattato tutti, riannodando i fili.
La ricerca della felicità
Tornata al punto di partenza come in un desolante gioco dell’oca, Bice non s’era persa d’animo e sfruttando la popolarità conquistata era riuscita a far breccia nella sua torre d’avorio liberandosi di un laccio dopo l’altro, pronta a spiccare il volo. Purtroppo non ha fatto in tempo a godersi la ritrovata libertà ma di sicuro ha vinto la sua battaglia. Già ricoverata all’Ospedale di Roma, Bice è spirata per un infarto venerdì scorso.
Dopo l’esito positivo della prova del soggiorno transitorio, l’81enne aveva firmato l’accordo per il definitivo trasferimento in un piccolo appartamento situato a Roma e condotto a titolo di comodato grazie a un ente che preferisce mantenere l’anonimato. Giusto pochi giorni fa, il legale Giuliano Lelli Mami aveva spostato la residenza anagrafica della sua assistita e avviato le ultime scartoffie per chiedere di revocare l’amministrazione di sostegno. «Nell’occasione Bice aveva ribadito la propria gioia di vivere – ricorda l’avvocato con la voce incrinata -.Conservo con affetto il ricordo dell’ultima volta in cui l’ho vista quando dopo avermi abbracciato mi ha detto commossa: “Sono felice: tu sei mio Figlio. Ti voglio bene”». Alla pensione Flora aspettavano la nonnina per una settimana di vacanza tutta spesata, ma il mare che tanto agognava per volare via, come un grappolo di palloncini, su cui soffiare i ricordi belli, Bice stavolta non lo vedrà. Come ci ha insegnato, però, non è mai troppo tardi per essere felice.