Ex “105 Stadium”, contenzioso milionario: il Comune di Rimini vince dopo sette anni

Rimini
  • 28 novembre 2023

Un’attesa di 6 anni; 72 lunghi mesi con la spada di Damocle di un esborso milionario da fare. Fino a ieri. Fino alla sentenza del Tar, che boccia il ricorso presentato dal Fallimento Mulazzani Italino spa, dà ragione al Comune e lo mette in condizioni di risparmiare 6 milioni e 541mila euro: la cifra richiesta dalla curatela. Stringato ma chiaro il commento di Palazzo Garampi: «Si tratta di una vicenda che risale al 2017 e che ha incrociato anche la crisi generale dell’edilizia. Il Comune ha chiarito molto bene la sua posizione, che il giudizio del Tar ha riconosciuto». Una pratica chiusa, dunque. Dipende. Perché in mano al curatore fallimentare c’è la possibilità di presentare un ulteriore ricorso, questa volta al Consiglio di Stato. Intanto, il primo atto è terminato con la vittoria legale dell’Amministrazione comunale.

Lo scontro

Una vicenda annosa quella del fallimento Mulazzani che tocca il Comune per la vicenda della gestione dell’allora 105 stadium (ora si chiama Rds Stadium), impianto realizzato dall’impresa stessa alla quale, attraverso una convenzione siglata nel 2010, l’allora Amministrazione comunale aveva affidato per 50 anni il controllo. Dietro pagamento anticipato, in un’unica soluzione, di un canone di 7 milioni e 188 mila euro. Identica somma che il Comune avrebbe dovuto riconoscere alla Mulazzani per le opere di urbanizzazione (insediamenti residenziali e commerciali) legate al piano urbanistico in cui rientrava il Palazzetto. Siglata l’intesa sul tipo di pagamento - a compensazione - il 105 stadium è passato, così, all’impresa. Che lo ha gestito fino al 2014 quando, imprevisto, è sopraggiunto il fallimento che aveva portato il Comune ad emanare un provvedimento di risoluzione anticipata della convezione. Fortemente contestato, però, dalla curatela fallimentare che, nel considerare il fallimento non rientrante nelle prerogative della convenzione, chiese nel ricorso al Tar la restituzione di 6 milioni e 541 milioni (non i 7 milioni e 188 mila pagati a compensazione, visto che per tre anni, dal 2010 al 2013, la gestione è stata portata avanti).

La scadenza della convenzione

Due tesi contrapposte, dunque. Da una parte quella del curatore fallimentare, dall’altra quella del Comune (che considerava il fallimento tra le cause per giungere alla risoluzione della convenzione). In mezzo, quella del Tar che, nel condividere la seconda, spiega come «la convenzione urbanistica stabilisce che il fallimento della concessionaria costituisca, tra le altre, causa risolutiva espressa della concessione in godimento del Palazzo dello sport e dei relativi accessori», e ancora che «alla scadenza della convenzione o comunque alla diversa data di interruzione del rapporto, a prescindere dalla causa dell’interruzione stessa, il “complesso” oggetto della convenzione torni nella piena e totale disponibilità del Comune di Rimini, senza che la società Mulazzani Italino spa abbia a pretendere alcunché». Insomma, quanto indicato nella linea difensiva dal Comune.

«Il primo tempo è finito a favore dell’Amministrazione comunale - chiosa l’assessore allo sport Moreno Maresi -. Bisogna vedere adesso cosa farà la curatela, se ricorrerà al Consiglio di Stato oppure no. Intanto, a gennaio dovrebbero partire i lavori di efficientamento energetico e di adeguamento del Palazzetto alle esigenze della Federazione di danza sportiva. Un’operazione che si lega ai fondi del Pnrr e che avrà un forte ritorno economico per la città, visti i tanti eventi che determinerà e l’arrivo di migliaia di atleti e appassionati».

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