Elena Pian, scienziata top al mondo: “Io, riminese ispirata da Serpieri”

Rimini
  • 31 gennaio 2024

«In orbita sulle orme di Serpieri». L’astrofisica riminese Elena Pian, che a 58 anni è tra le scienziate inserite nella top 500 al mondo, è stata insignita di recente di un riconoscimento dal presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.

Dottoressa Pian, quando si è innamorata delle stelle?

«Subito dopo la Laurea in Fisica conseguita a Bologna nel 1990 con una tesi sulla relatività generale. Una volta trasferita a Trieste per il dottorato ho intrapreso un nuovo percorso su consiglio dei docenti».

Il suo lavoro è comparso anche su Nature, una delle più importanti riviste scientifiche al mondo. Ha sacrificato qualcosa per la carriera?

«Forse il tempo libero ma chi ama il proprio lavoro non ha l’impressione di far sacrifici. D’altronde quando si ottengono risultati originali è grazie a un lavoro corale: questo significa che finire sulla rivista britannica Nature, fondata nel 1869, è un bel traguardo ma che tutti i mattoncini di un percorso sono comunque forieri di soddisfazione».

Cosa significa per lei ricevere un riconoscimento nella sua terra?

«Una grande commozione. Dopo anni di peregrinazione, tra States e Germania, sono tornata a casa. Adesso lavoro a Bologna presso l’osservatorio di Astrofisica e scienza dello spazio dell’Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) ma studiare nel Maryland dal 1994 al 1997 mi ha permesso di accedere al quartier generale di Hubble Space Telescope, il precursore del più grande telescopio ottico infrarosso mai lanciato in orbita. Dal dicembre del 2021 è il fiore all’occhiello dell’astronomia spaziale».

Il suo cavallo di battaglia?

«Lo studio dei progenitori dei lampi gamma, ossia l’evoluzione delle stelle. Quando si parla di distanza, in cosmologia, si parla anche di tempo perciò la luce di alcune esplosioni che vediamo ora è stata emessa 400 milioni di anni dopo il Big Bang. Un lasso impressionante considerando che l’universo ha 13 miliardi di anni».

Quali sono le qualità squisitamente romagnole che l’hanno aiutata?

«L’etica del lavoro e la dedizione se non addirittura la testardaggine nonché la capacità di non scoraggiarsi».

Come potrebbe spiegare il concetto di infinito a un bimbo?

«Direi in questo modo: “Inizia a contare e dimmi quando finisci”. I numeri sono l’esempio più semplice ma anche più misterioso di infinito e forse l’approssimazione più palese per una mente come la nostra di ciò che può essere Dio».

Tutto è misurabile?

«Ricercare significa trovare sempre nuove frontiere e altri problemi da risolvere anche se spesso i nodi sono troppo intricati sia per la mente umana che per il potere di calcolo dei nostri strumenti».

Riusciremo mai a trovare altre forme di vita nell’universo?

«Il vero problema è la comunicazione: ricevere e identificare i segnali di un’eventuale altra civiltà. Anche tra le stelle più vicine le distanze sono enormi».

Cosa consiglia ai giovani?

«Di dedicarsi ai problemi rimasti aperti nella scienza come, ad esempio, materia e energia oscure. Due misteri coperti da una coltre spessa di punti interrogativi e collegati tra loro, sebbene non si comprenda come».

Modelli d’ispirazione?

«L’astronomo e padre scolopio Alessandro Serpieri a cui è dedicato il liceo di Viserba dove ho insegnato per breve tempo. Nonostante gli scarsi mezzi a sua disposizione ha realizzato importanti studi sugli sciami meteorici. Mi rincresce solo che l’osservatorio di Urbino da lui fondato non sia mai divenuto istituto di ricerca. Altre studiose? Marie Curie e Rita Levi Montalcini. Per loro la determinazione è stata più forte di qualunque avversità».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui