«Depilazione e laser sono cure cliniche», accolto il ricorso di un medico di Rimini: niente Iva per i trattamenti con prescrizione

Rimini

Eliminare i peli superflui o i brufoli non è solo un accorgimento estetico: se li prescrive un medico sono delle vere e proprie cure, quindi esenti da Iva. Trattamenti come l’epilazione laser di gambe e inguine, la cura dell’acne o di alcuni inestetismi possono avere, quindi, l’esenzione dell’Iva se praticati da un medico estetico come cura di patologie psico-fisiche accertate. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di giustizia tributaria di primo grado di Rimini.

La vicenda

La controversia nasceva dagli avvisi di accertamento con cui un ufficio riminese dell’Agenzia delle entrate chiedeva il versamento Iva di svariate migliaia di euro a un medico per interventi che non sarebbero stati per legge in esenzione. Dal 2023, la legge italiana stabilisce che interventi di chirurgia estetica sono esenti da imposta nei limiti in cui sono finalizzate a trattare o curare persone che, a seguito di una malattia, di un trauma o di un handicap fisico congenito, subiscono disagi psico-fisici e, dunque, sono rivolte alla tutela della salute. In questa fattispecie rientrerebbero secondo il ricorso del medico riminese, che ha anche reso disponibile cartelle cliniche e una perizia medico legale, i trattamenti laser viso, l’epilazione di dorso, inguine, torace o gambe, nonché i trattamenti laser per il decolleté, o per le adiposità localizzate. Di contro l’Agenzia delle Entrate, con i funzionari contabili e non medici, non avevano prodotto pareri tecnici per dire che quei trattamenti non erano stati “medici”.

La decisione

La Corte di giustizia tributaria di Rimini ha quindi stabilito che “l’Amministrazione finanziaria non potrà effettuare contestazioni sul mero disaccordo con il giudizio professionale del medico, dovendo, al contrario fornire prove di eguale tenore rispetto a quelle prodotte dal contribuente al fine di disconoscere il regime di esenzione applicato”. Per cui ha accolto il ricorso annullando l’atto impugnato e ha condannato l’Agenzia delle Entrate al pagamento delle spese di giudizio.

In linea generale, su tutto il territorio nazionale la possibilità di richiedere l’esenzione Iva su interventi di chirurgia estetica con finalità terapeutiche è attiva dal 17 dicembre 2022. La detrazione consiste, di fatto, nella possibilità di includere la spesa sostenuta per l’intervento nelle spese sanitarie detraibili. L’Italia in materia ha recepito una norma dell’Unione europea e nella fattispecie rimane valido il principio secondo cui è il medico a dover provare che l’intervento estetico rientra nelle cure mediche. Per confutarle, l’Agenzia delle entrate avrà comunque bisogno di un’istruttoria con parere tecnico, quindi di un altro medico, altrimenti ogni ricorso sarà perso.

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