Delitto Paganelli, Louis ricomincia lo sciopero della fame: «Non ho niente a che fare con l’omicidio»

Louis Dassilva ha ricominciato lo sciopero della fame. Niente cibo da almeno una settimana, mentre continua ad assumere liquidi.
Quando domani comparirà in aula per l’incidente probatorio in cui il perito super partes nominato dal giudice esaminerà gli audio della notte del delitto e della mattina successiva, il 35enne originario del Senegal apparirà evidentemente dimagrito. Lo anticipano gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, a cui il giovane ha affidato la sua difesa. La scelta di non alimentarsi, precisano i legali, è tutta del loro assistito, che ha deciso di portarla avanti nonostante l’invito a non farlo. E la ragione dello sciopero sta nel desiderio di urlare la sua innocenza, la sua estraneità a quel delitto per il quale è detenuto da quasi un anno: dal 16 luglio.
A inizio maggio, inoltre, a causa del precedente sciopero della fame e della sete, era stato ricoverato all’Infermi in coma metabolico. Louis Dassilva, infatti, continua a essere recluso ai Casetti nonostante le numerose richieste di scarcerazione e gli innumerevoli appelli al Tribunale del Riesame e alla Corte di Cassazione, che alla fine non hanno fatto che confermare la validità dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini. Ma anche su questo versante la partita non è finita, perché gli avvocati dell’unico indagato per l’omicidio della 78enne testimone di Geova Pierina Paganelli hanno già annunciato e promosso nuovi ricorsi.