Delitto di Pierina Paganelli a Rimini, sequestrato il cellulare della nipote

Sono ancora numerosi i pezzi del puzzle che la Squadra mobile della Questura di Rimini deve mettere al loro posto per arrivare ad una svolta nell’inchiesta sull’omicidio di Pierina Paganelli. Tasselli ricercati mano a mano che arrivano le prime risposte ai tanti quesiti ancora in cerca di soluzione. Ecco allora che a distanza di tre settimane da perquisizioni e sequestri nelle case e nelle pertinenze di Manuela Bianchi, del fratello Loris, dell’amico “particolare” Louis Dassilva e della moglie Valeria Bartolucci, venerdì gli investigatori guidati dal vice questore aggiunto Dario Virgili hanno messo sotto vuoto lo smartphone della nipote 16enne di Pierina, che la sera dell’omicidio non aveva accompagnato la nonna alla serata di preghiera nella casa del tempio dei testimoni di Geova, per una leggera indisposizione. Cosa cerca in quell’apparecchio la polizia? La tesi più plausibile è che gli inquirenti vogliano controllare con chi e chi ha usato l’apparecchio; telefonate e messaggistica digitata fin dai minuti a ridosso dell’assassinio. Se lo smartphone è stato usato solo dalla 16enne o anche dalla mamma messa in guardia da Louis con un pizzino affinché parlasse poco dentro le mura di casa, perché potevano essere controllati. Se anche lei ha scattato foto allo zio mentre giocava con il cane di famiglia e se sì a che ora. Inizialmente, infatti, la ragazza aveva collocato alle 22,15 (orario molto vicino al momento in cui l’assassino ha teso l’agguato a Pierina nel garage condominiale) il momento in cui Loris ha salutato lei e Manuela per tornare a casa, per poi spostarlo in avanti di una trentina di minuti, esattamente come raccontano ora e minuti “stampati” sugli scatti custoditi nel cellulare dello zio.
L’enclave di via del Ciclamino
L’indagine non si allontana dal complesso di via Del Ciclamino, dai parenti di Pierina Paganelli e dalla coppia che abita sullo stesso pianerottolo delle vittima e della nuora. Anche questo fine settimana, il quarto passato dall’efferato omicidio della 78enne, gli investigatori lo passeranno a riordinare le idee e a cercare eventuali contraddizioni nelle interviste rilasciate da Manuela, Loris e Louis. A ieri ancora nessun nome era stato iscritto dal Pm Daniele Paci nel registro degli indagati della Procura di Rimini.