Delitto di Pierina, l’assassino ha usato l’ascensore

Nuovi elementi per far luce sull'omicidio di Pierina Paganelli. L'assassino, dopo il delitto, potrebbe avere usato l'ascensore per fuggire. E' quanto avrebbe appurato la squadra mobile durante l'ennesimo sopralluogo ieri sera allo stabile di via del Ciclamino

L'attenzione degli inquirenti si è concentrata sul garage dove la donna è stata uccisa. Sono state condotte specifiche prove scientifiche. In particolare, si è trattato di nuovi test eseguiti sull'ascensore che collega la zona della rimessa auto con la palazzina dove viveva Pierina.
La sera del 3 ottobre, dopo le 22.15, ora dell'omicidio, l'ascensore sarebbe salito al terzo piano. La sera dell'omicidio al terzo piano della palazzina erano presenti cinque persone: la nuora della vittima, Manuela Bianchi, il fratello Loris e la figlia di 16 anni che avevano appena cenato e seguito in streaming l'adunanza dei testimoni di Geova. E nel loro appartamento, di fianco a quello di Pierina, quindi sullo stesso pianerottolo, c'erano Louis Dassilva, il 34enne senegalese con il quale la nuora aveva una relazione sentimentale e la moglie Valeria Bartolucci.
Lunedì, la squadra mobile e gli ingegneri che stanno eseguendo i rilievi sull'ascensore hanno avuto un lungo colloquio con il sostituto procuratore Daniele Paci, che segue le indagini. E ieri sera, alla stessa ora dell'omicidio, la polizia e i tecnici sono tornati nel garage per effettuare test e comparazioni che a parità di condizioni, dovrebbero accertare come la sera del delitto l'ascensore dopo essere rimasto bloccato per circa un quarto d'ora, sia ripartito arrivando al terzo piano. Proprio il blocco dell'ascensore, all'ora in cui Pierina arrivava in garage, era stato oggetto della testimonianza di un'amica della pensionata, mentre nell'audio della telecamera di sorveglianza collocata nel box auto vicino a quello di Pierina, immediatamente dopo le urla della vittima si sente distintamente l'ascensore ripartire.